A condurlo i ricercatori dell'Università di Uppsala e dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, secondo cui il “propranololo può essere utilizzato per ridurre e stabilizzare le lesioni vascolari e può quindi essere suggerito come trattamento farmaceutico per le malformazioni cavernose cerebrali”, lesioni vascolari sui vasi sanguigni nel cervello, causate da cambiamenti genetici che possono essere ereditari o spontanei
“Questo studio supporta il concetto che il propranololo può essere utilizzato per ridurre e stabilizzare le lesioni vascolari e può quindi essere suggerito come trattamento farmaceutico per le malformazioni cavernose cerebrali (CCM)”, una patologia che colpisce i vasi sanguigni del cervello e che può dare origine a emorragie cerebrali. E’ questa, in sintesi, la conclusione di un recente lavoro di ricerca, pubblicato sulla rivista scientifica “Stroke”, condotto dai ricercatori dell'Università di Uppsala e dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano.
L’importanza dei trattamenti farmacologici
Il propranololo, un farmaco beta-bloccante utilizzato come cura contro l'ipertensione, può dunque essere utilizzato anche per trattare le malformazioni cavernose cerebrali, come detto, lesioni vascolari sui vasi sanguigni nel cervello, causate da cambiamenti genetici che possono essere ereditari o che possono insorgere spontaneamente. L'attuale trattamento medico delle lesioni da CCM, hanno spiegato i ricercatori, è limitato alla rimozione chirurgica delle malformazioni vascolari ed è quindi importante identificare trattamenti farmacologici mirati per i pazienti che soffrono di questo disturbo. Il propranololo, hanno sottolineato nel loro studio gli esperti, ha mostrato grandi benefici, in particolare, nel trattamento dell'emangioma infantile, un tumore vascolare benigno dell’infanzia, caratterizzato da una proliferazione di cellule endoteliali. Inoltre, i pazienti con CCM a cui è stato somministrato il propranololo hanno già dimostrato una riduzione delle lesioni.
Uno studio clinico italiano
"Fino ad ora non c'è stato alcun trattamento farmacologico per questi pazienti, quindi i nostri risultati potrebbero diventare estremamente importanti per loro", ha commentato Peetra Magnusson del dipartimento di Immunologia, Genetica e Patologia dell'Università di Uppsala, tra gli autori della ricerca, condotta sui topi a cui è stato somministrato il beta-bloccante. Grazie a questo trattamento, è emerso, i cavernomi sono diventati sempre più piccoli ed è stato riscontrato un miglioramento degli stessi vasi sanguigni. "In questo momento, in Italia, è in corso uno studio clinico in cui i pazienti con malformazioni cavernose cerebrali, per due anni, devono ricevere un trattamento a base di propranololo”, ha raccontato ancora Elisabetta Dejana, a capo del gruppo di ricerca e componente sia del dipartimento dell'Università di Uppsala sia dell'Istituto Mario Negri. "Durante questo periodo, vengono monitorati mediante la risonanza magnetica dei vasi sanguigni, per vedere come si stanno sviluppando le malformazioni", ha poi aggiunto l’esperta.