Covid-19, Crisanti a Sky TG24: "Le zone rosse funzionano"

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Lo ha dichiarato il virologo Andrea Crisanti, direttore di microbiologia e virologia all'Università di Padova. "Le zone gialle funzionano meno bene specialmente se si applicano delle misure di contenimento e di sorveglianza sbagliate", ha aggiunto

"Qualcosa abbiamo imparato da queste misure. Abbiamo imparato che le zone rosse in qualche modo funzionano. Non scordiamoci che la Lombardia viaggiava a un ritmo di 10mila casi al giorno. Adesso sono stati ridotti a 1000, 1500, o 2000, che sono comunque numeri elevatissimi". Lo ha dichiarato in un'intervista a Buongiorno su Sky TG24, il virologo Andrea Crisanti, direttore di microbiologia e virologia all'Università di Padova, commentando gli ultimi numeri dell'emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus in Italia (LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA).

Crisanti: "Zone gialle funzionano meno bene"

 

"Abbiamo imparato anche che le zone gialle funzionano meno bene specialmente se si applicano delle misure di contenimento e di sorveglianza sbagliate", ha aggiunto. "Per esempio in Veneto, sono state applicate misure di sorveglianza basate sui tamponi rapidi che di fatto non sono adatti a questo scopo e hanno permesso che la maggior parte delle Rsa del Veneto si infettasse. Per proteggere comunità come anziani e ospedali non si possono utilizzare test rapidi, che hanno una sensibilità del 30%. Ogni dieci positivi ne mancano tre. Una volta che una persona infetta entra dentro fa una strage", ha aggiunto il professore dell'Università di Padova.

 

Crisanti: "Cambiare i 21 parametri. Più peso a numero casi e Rt"

 

Secondo il professore ordinario di microbiologia dell’Università di Padova, i ventuno parametri utilizzati per decidere l'ingresso nelle diverse zone “dovrebbero essere cambiati". "Ci sono segni che questo accadrà - ha aggiunto - Verrà dato molto più peso al numero dei casi giornalieri e al valore dell’Rt.
“I ventuno parametri – ha spiegato - dobbiamo immaginarli come una specie di catena che intrappola il virus: la forza di questa catena è determinata dalla forza dell’anello più debole. Se i posti in terapia intensiva e in ospedale hanno un peso importante, creano un effetto paradosso. Più posti in ospedale permettono al virus di circolare”, ha poi precisato Crisanti.

 

Crisanti: "Terza ondata? Lo sapremo tra una o due settimane"
 

Secondo Crisanti bisognerà attendere una o due settimane per capire se è effettivamente iniziata la terza ondata. “In questo momento i dati che abbiamo sono tutti falsati dal numero di tamponi fatti, che in queste settimane hanno avuto un andamento erratico a causa delle festività. Per capire quello che è successo durante le vacanze dovremo aspettare sette o otto giorni”, ha aggiunto.

 

Scuole, Crisanti: "Si riaprono di nuovo al buio. Servono dati"

 

In merito al tema tanto dibattuto della riapertura delle scuole, il virologo ha commentato: “Si riaprono di nuovo le scuole al buio. Credo sia inaccettabile che dopo quattro mesi dall’implementazione delle misure di contenimento ancora non abbiamo dei dati per capire se hanno funzionato o meno”.
"La cosa più grave è che nessuno sa" se possiamo permetterci o meno la riapertura delle scuole. "Con questi provvedimenti forse abbiamo raggiunto un certo equilibrio tra la capacità del virus di trasmettersi e quella delle nostre attività di contenerlo. Ora noi questo equilibrio lo perturbiamo, permettiamo nuove opportunità al virus per trasmettersi con scuole, assembramento sui trasporti, assembramenti fuori alle scuole", ha aggiunto il professore ordinario di microbiologia, proponendo un metodo per riuscire a valutare gli effetti della riapertura delle scuole sulla circolazione del coronavirus: "Io prenderei un distretto scolastico in ogni zona, gialla, arancione o rossa, e aspetterei 20 giorni per vedere quello che succede. Aprirei le scuole in una provincia per vedere se queste misure funzionano, perché così abbiamo dei numeri. In queste aree farei test rapidi a tappeto per capire se il virus si trasmette. In questo modo avremmo dei numeri per capire cosa dobbiamo fare”.

 

Crisanti: "Numero di vaccini adeguato? Presto per dirlo"

 

Quanto all'andamento della campagna di vaccinazione anti-Covid in Italia, Crisanti ha dichiarato: “In questa fase è ancora presto per dire" se il numero dei vaccini che stiamo facendo è adeguato. "Tutto il sistema deve essere rodato. È chiaro che se andiamo con questi numeri non vaccineremo in numero sufficiente entro la fine dell’anno, il ritmo deve essere incrementato. Dovremo passare dal rodaggio a una fase di vaccinazione massiccia che penso avverrà verso la fine del mese. Ci vorrà un po’ di tempo. C’è sicuramente la volontà politica e le risorse per aumentare il numero dei vaccini”, ha precisato il professore ordinario di microbiologia dell’Università di Padova.

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