Vaccino Covid, Sileri: “Medici e infermieri no vax hanno sbagliato lavoro”

Salute e Benessere

“Se dopo anni di studio e 70 mila morti arrivi alla conclusione che il vaccino non serve hai sbagliato lavoro” dichiara con fermezza il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, a Sky TG24. “Credo che l’Ordine dovrebbe prendere provvedimenti”

Medici e infermieri restii a fare il vaccino anti Covid “hanno sbagliato lavoro”. Lo sostiene con fermezza il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, a Sky TG24. “Il ruolo del politico è anche essere decisi” aggiunge. “Siccome si tratta di pochissime persone, perché la stragrande maggioranza ha dimostrato la forza per trascinarci fuori dalla tragedia, se qualcuno della sanità si schiera dicendo di essere no vax perdonatemi ma io credo che abbia sbagliato lavoro”.

Vaccino obbligatorio? Non ancora

“Se dopo sei anni di studio più la specialistica arrivi alla conclusione che il vaccino non serve hai sbagliato lavoro” rimarca Sileri a Sky TG24. “Non credo servirà renderlo obbligatorio, forse è meglio una lezione di immunologia clinica. Poi mi auspico intervenga l’Ordine dei medici” prosegue in riferimento a medici e infermieri che hanno espressamente dichiarato di essere contrari a ricevere il vaccino contro il coronavirus. “Non è la linea del governo” precisa il viceministro della Salute, “ma se fosse per me auspicherei che l’Ordine prenda provvedimenti e sanzioni. È la mia opinione. Non è accettabile che con 70 mila morti e diverse migliaia ancora davanti una persona che ha studiato Medicina o Infermieristica possa dire ‘il vaccino non lo faccio perché non è sicuro’”. "Dubito - sottolinea - che si tratterà di migliaia di sanitari riluttanti, ma solo di qualche decina".

 

Sul piano vaccinale

“Abbiamo l’interruttore per accendere la luce in una camera buia che è quella creata dal coronavirus in questi mesi, però non significa che improvvisamente tutto questo scompare” il commento di Sileri dopo il primo simbolico giorno di vaccinazione in Europa. “Dobbiamo fare in maniera tale che le dosi arrivino il prima possibile. Partiamo con quelle di Pfizer e speriamo che anche altre aziende ricevano l’approvazione in tempi rapidi e che le cure siano sicure ed efficaci”. “Poi – conclude - andrà vaccinata la popolazione e raggiunta la protezione di gregge: questo ci impegnerà per almeno tre quarti del prossimo anno. A quel punto potremo verosimilmente tirare un sospiro di sollievo”. I tempi, secondo Sileri, dipenderanno proprio da quando arriveranno le altre autorizzazioni ai vaccini. Ad esempio “Da Astrazeneca aspettiamo 40 milioni di dosi sui 202 milioni totali e non possiamo certo fare calcoli finché non c’è l’ok. Sono fiducioso ma tutto dipende da quando arriverà l’autorizzazione dell’ente regolatore”.

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