Melanoma, in 10 anni in Italia la sopravvivenza è aumentata del 70%

Salute e Benessere

Si tratta di un dato legato alle opportunità di trattamento sempre più efficaci, nonostante il tumore della pelle, in Italia, sia in costante crescita: nel 2020 sono stati stimati 14.900 nuovi casi, con un incremento del 20% in 12 mesi. Tra le cure, risultati positivi sono arrivati dall'immunoterapia, che stimola il sistema immunitario contro il cancro. Nel nostro Paese, l'Istituto Pascale di Napoli è stato tra i primi centri specializzati nel mondo a proporla, con oltre 4.000 pazienti curati a partire dal 2010

In Italia, la sopravvivenza dei pazienti a cui è stato diagnosticato un melanoma, è in crescita. In dieci anni, infatti, è aumentata di quasi il 70%, sebbene il tumore della pelle sia in costante crescita: nel 2020 sono stati stimati 14.900 nuovi casi, con un incremento del 20% in 12 mesi. Ad affrontare l’argomento, tra l’altro, saranno gli specialisti, che ne discuteranno nel corso del convegno virtuale “Melanoma Bridge”, in programma dal 3 al 5 dicembre.

Opportunità di trattamento sempre più efficaci

Il melanoma, come spiega un articolo apparso sul sito dell’istituto clinico Humanitas, è “un tumore, spesso molto aggressivo, che origina nella cute o, più raramente, negli occhi o nelle mucose. Si sviluppa dai melanociti, le cellule che producono la melanina, il pigmento che conferisce alla cute la sua colorazione”. Negli ultimi anni, hanno spiegato gli esperti, le opportunità di trattamento sono risultate sempre più efficaci, grazie, ad esempio, all'immunoterapia, una nuova strada di cura che stimola il sistema immunitario contro il cancro. In Italia, l'Istituto Pascale di Napoli è stato tra i primi centri specializzati nel mondo a proporla, con oltre 4.000 pazienti curati a partire dal 2010. Di questo, e altro, si discuterà nel corso del convegno internazionale, giunto alla sua 11esima edizione e promosso da Fondazione Melanoma. "Una molecola immunoterapica, il nivolumab, ha dimostrato un beneficio a lungo termine proprio nella fase post-chirurgica, con una sopravvivenza libera da recidiva a tre anni del 58% e una riduzione del rischio di recidiva pari al 32%”, ha sottolineato Paolo Ascierto, presidente di Fondazione Melanoma e direttore dell'unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative del Pascale di Napoli. “Inoltre, ci sono evidenze che indicano l'opportunità di anticipare il trattamento con l'immunoterapia prima della chirurgia (neoadiuvante), per poi interromperlo una volta raggiuntata la risposta completa", ha aggiunto.

Il caso della Regione Campania    

Ascierto ha poi spiegato da cosa derivi il successo delle cure. "Oggi la combinazione di due molecole immunoterapiche, nivolumab più ipilumumab sta evidenziando risultati importanti nei pazienti con malattia metastatica, con il 52% dei pazienti vivo a 5 anni. A livello internazionale si ritiene che la combinazione di nivolumab più ipilimumab sia la prima opzione di trattamento per le persone con metastasi cerebrali asintomatiche, anche se non è ancora rimborsata dal Servizio sanitario nazionale", ha detto ancora. In Italia però, "solo la Regione Campania, fino a oggi, ha deciso di garantirne la rimborsabilità per tutti i pazienti colpiti da melanoma con metastasi cerebrali”, ha precisato Attilio Bianchi, direttore generale del Pascale. “Si tratta di una decisione di civiltà istituzionale, per cui il nostro Istituto si è fortemente impegnato stimolando la Regione. Il nostro obiettivo è assicurare a tutti i pazienti un percorso di cura adeguato e tempestivo, senza lasciare indietro nessuno", ha poi concluso.

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