Morti per legionella al Policlinico di Bari, il gip: “Chiudere reparti è paralisi”

Salute e Benessere

Sono stati due i padiglioni della struttura sequestrati dai carabinieri del Nas, con facoltà d'uso, dopo i decessi di quattro pazienti, avvenuti tra il 2018 e il 2020, morti dopo aver contratto il batterio. Per non creare "la totale paralisi del funzionamento della già provata struttura sanitaria e in un periodo di emergenza sanitaria quale quello che stiamo attualmente vivendo" il Tribunale di Bari ha disposto che i reparti ritenuti infetti restino comunque aperti

A Bari continua a tenere banco un caso legionella. I carabinieri del Nas, proprio oggi, hanno sequestrato, con facoltà d'uso, due interi padiglioni del Policlinico della città pugliese, il Chini e l’Asclepios, in quanto “infetti da batteri di legionelle". Il decreto di sequestro preventivo è stato disposto nell'ambito di un’indagine sui decessi di quattro pazienti, avvenuti tra il 2018 e il 2020, morti dopo aver contratto il batterio. Nell'inchiesta sono indagati cinque dirigenti del Policlinico, per i reati di omissione di atti d'ufficio e morte come conseguenza di altro delitto, tra i quali anche il direttore generale Giovanni Migliore. I quattro decessi accertati per infezione da legionella nei due padiglioni sequestrati nel Policlinico di Bari, "potrebbero essere solo la punta dell'iceberg", ma per non creare "la totale paralisi del funzionamento della già provata struttura sanitaria e in un periodo di emergenza sanitaria quale quello che stiamo attualmente vivendo" il Tribunale di Bari ha disposto che i reparti ritenuti infetti restino comunque aperti. Una scelta, questa, che il gip ha definito di "buon senso", in modo da evitare "un rimedio peggiore del male accertato".

La vicenda secondo la procura di Bari

Secondo quanto emerso, dopo quella vicenda, gli indagati avrebbero "omesso di redigere e attuare, nell'ambito delle procedure per la prevenzione e controllo della legionellosi deliberate nel maggio 2019, l'analisi del rischio, il piano di sicurezza delle acque e il registro delle manutenzioni". Si tratta di atti considerati "urgenti per ragioni di igiene e sanità pubblica". Tutto ciò, secondo la Procura di Bari, avrebbe causato la morte di altri tre pazienti, il 6 maggio 2019, il 26 novembre 2019 e il 7 agosto 2020, ricoverati in periodi diversi nei reparti di reumatologia universitaria e di medicina fisica e riabilitazione, all'interno del padiglione Asclepios e, di nuovo, nel reparto Frugoni del Chini. Agli atti dell'indagine, attualmente, ci sono le denunce dei familiari delle quattro vittime, l'esito degli accertamenti dei carabinieri del Nas e delle indagini batteriologiche eseguite dall'Arpa Puglia nei diversi reparti dove i pazienti erano stati ricoverati.

Cos’è la legionella

Come spiega nel dettaglio un articolo pubblicato sul portale dell’Istituto clinico Humanitas, la legionella “è un bacillo che provoca una malattia che si trasmette per via aerea, chiamata legionellosi, che colpisce prevalentemente il sistema respiratorio con forme anche acute di polmonite”. Nello specifico si tratta di un “bacillo gram-negativo”, che può sopravvivere nell'acqua e nel fango e che si trasmette anche per via aerea. Il bacillo, spiegano gli esperti, può svilupparsi in due malattie distinte, ovvero la malattia dei Legionari e la febbre di Pontiac. La prima si manifesta attraverso una polmonite ed è l'infezione più grave mentre la seconda è una forma più leggera.

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