È quanto sostiene il Guideline Development Group, un panel indipendente di esperti internazionali convocato dall'Oms, in un articolo pubblicato sulla rivista Bmj. “Al momento non c'è nessuna evidenza che migliori la sopravvivenza o la necessità di intubare”, precisa il gruppo di esperti
Il farmaco antivirale remdesivir, il primo e unico antivirale autorizzato da Ema per il trattamento dell’infezione da coronavirus, “non è indicato per i pazienti ricoverati con Covid-19, indipendentemente dalla gravità della malattia, perché al momento non c'è nessuna evidenza che migliori la sopravvivenza o la necessità di intubare". È quanto sostiene il Guideline Development Group, un team indipendente di esperti internazionali convocato dall'Oms, in un articolo pubblicato sulla rivista British Medical Journal (Bmj). Nel rapporto il panel non esclude del tutto l’utilizzo del farmaco per trattare il Covid, ma sostiene che mancano prove per raccomandarne l’uso.
Oms: “Il suo ruolo nella pratica clinica è incerto”
L’Organizzazione Mondiale della Sanità in un comunicato dedicato precisa che, nonostante il remdesivir abbia ricevuto molta attenzione come trattamento potenzialmente efficace nelle forme gravi di Covid-19, il suo ruolo nella pratica clinica è rimasto incerto.
"La raccomandazione di oggi si basa sulla revisione di nuove evidenze che hanno confrontato gli effetti di diversi farmaci sul Covid-19. Queste includono dati da quattro sperimentazioni randomizzate internazionali che hanno coinvolto oltre 7mila pazienti ricoverati con Covid-19”, precisa l’Oms.
Analizzando i dati a disposizione, il panel ha concluso che il remdesivir ad ora non sembra aver avuto effetti significativi sulla mortalità o su altri outcome importanti per i pazienti, come il bisogno di ventilazione meccanica o il tempo di miglioramento clinico. "Il panel riconosce che il livello di certezza delle prove è basso, e afferma che i test non provano che il remdesivir non dà benefici; piuttosto non ci sono evidenze basate sui dati disponibili che migliori aspetti importanti per i pazienti. Ma data la possibilità di rischi importanti, così come il costo relativamente alto e le implicazioni associate al remdesivir in termini di risorse, ha giudicato che questa è una raccomandazione appropriata”, aggiunge l’Oms, precisando che saranno necessarie ulteriori ricerche per indagare gli effetti del remdesivir su gruppi specifici di pazienti.
La replica di Gilead, produttore del remdesivir
Non è mancata la risposta di Gilead, produttore del farmaco, che in una nota rivendica l’efficacia del remdesivir: “È una delle poche opzioni terapeutiche disponibili, anche in Italia, in grado di offrire ai pazienti ospedalizzati con Covid-19 benefici tangibili, tra cui tempi più rapidi di recupero dalla malattia che permettono di liberare posti letto e decongestionare le strutture ospedaliere”. “Siamo certi che i medici in prima linea nella lotta alla pandemia riconoscono i benefici clinici di remdesivir sulla base delle solide evidenze scientifiche risultanti da studi controllati e randomizzati”, precisa l’azienda.
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Aifa: "Possibili restrizioni d'uso"
La commissione tecnico-scientifica dell'Aifa (Cts) formulerà nuove raccomandazioni sul remdesivir, il farmaco antivirale usato contro il Covid “bocciato” dall'Oms. Lo afferma una nota dell'agenzia in cui si legge che "Aifa prende atto con estremo interesse della linea guida dell'Oms appena pubblicata sull'autorevole rivista indipendente ‘British Medical Journal’, che formula espressamente una raccomandazione negativa sul remdesivir”. “La Cts, riunita in seduta permanente, sta rivalutando il ruolo del Remdesivir nella terapia contro Covid-19 e formulerà nuove raccomandazioni e/o disposizioni la prossima settimana per possibili restrizioni d'uso" conclude il comunicato.