In Veneto 1.700 medici di base su 3.150 eseguono i tamponi. “Sembrava blasfemo ma oggi ognuno di loro ne fa 2.319 al giorno” dice il presidente della Regione, Luca Zaia, che attende dal Governo una risposta riguardo il possibile coinvolgimento dei veterinari
"Dei 3.150 medici di base in Veneto, 1.700 fanno i tamponi. Sembrava quasi blasfemo ma oggi il 59% dei medici di famiglia fa i tamponi e ne esegue 2.319 al giorno”. Lo ha annunciato il governatore del Veneto Luca Zaia parlando nel corso di un punto stampa organizzato nella sede della Protezione civile di Marghera (Venezia). “Abbiamo stanziato fondi per dare 100 mila tamponi ai medici di base fino a dicembre – ha spiegato - poi però non avremo forze per andare avanti a 18 euro a tampone e troveremo qualche accordo".
Veterinari ancora in stand by
Riguardo la richiesta di estendere questa possibilità anche ai veterinari, dopo i medici di famiglia, Zaia ha ammesso che sta attendendo una risposta dal Governo, nel corso dell’incontro con i giornalisti. “Farà pure ridere – ha aggiunto il presidente della Regione Veneto, ma nelle emergenze bisogna approfittare di tutte le opportunità, in un Paese dove si complica tutto". "Ci sono protocolli rispettosi delle qualifiche – è l’opinione di Luca Zaia - ma che permettono, con l'addestramento dovuto di eseguire il tampone a molte categorie. Per questo mi sono permesso di pensare ai veterinari, non sono persone avulse da questo tema".
Zaia sul vaccino
"Alla fine avremo il passaporto sanitario per il vaccino, finirà così”. Ne è convinto il governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha parlato in giornata odierna, venerdì 20 novembre, del vaccino contro il coronavirus. “Oggi chiedono il test, domani il vaccino. La comunità internazionale si tutelerà in questo modo". "Personalmente - ha affermato Zaia - io farò il vaccino. Alla volta di gennaio ne avremo su piazza almeno sei. Non sarà obbligatorio, però si lascia la libertà di farlo a chi vuole. Rispetto la libertà di pensiero – ha concluso il presidente della Regione Veneto - ma ho l’impressione che non si sia valutato l'aspetto della tutela a livello mondiale".