Covid-19, Lopalco a Sky TG24: “Non credo sarebbe utile lockdown come a marzo”

Salute e Benessere

Lo ha riferito l’epidemiologo e assessore alla Sanità della Regione Puglia in un intervento a “Timeline”. “In questo momento dobbiamo cercare in tutti i modi di rallentare la velocità del contagio con altri mezzi”, ha poi aggiunto 

“Non credo che uno scenario di marzo e aprile si possa verificare nel giro di poche settimane e probabilmente non sarebbe neanche utile. In questo momento dobbiamo cercare in tutti i modi di rallentare la velocità del contagio con altri mezzi”. Queste le parole, nel corso di un intervento a “Timeline”, su Sky TG24, di Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e assessore alla Sanità della Regione Puglia, a proposito dell'emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus in Italia (LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA). 

“È molto difficile fare previsioni, perché gli effetti delle prime misure dovremmo cominciare a vederli proprio ora. Speriamo di vedere questi effetti, perché in questo caso potremmo seguire una strada intermedia di chiusura di alcuni settori ed evitare il lockdown di marzo”, ha aggiunto l’esperto.  

Lopalco: “Lockdown generazionale? Non è una strada percorribile”

 

Lopalco, nel corso del suo intervento, si è poi espresso in merito alla strategia proposta dall’Istituto per gli studi di politica internazionale: evitare un lockdown generale procedendo all’isolamento delle persone anziane. 

“Non credo che il lockdonw generazionale sia una strada percorribile per come è fatta la società italiana. Noi abbiamo nuclei familiari che raccolgono tre o quattro generazioni in un appartamento, non possiamo fare un isolamento domiciliare per mezza Italia”, ha commentato l’ assessore alla Sanità della Regione Puglia. 

 

Scuole chiuse in Puglia, Lopalco: “Decisione necessaria”

 

Lopalco ha poi motivato la scelta di sospendere le attività didattiche in presenza in Puglia.  “Più precoci sono le misure di chiusura più c’è la probabilità che siano di breve durata. Noi abbiamo voluto anticipare le mosse del virus con la chiusura delle scuole, che non è una decisione presa a cuor leggero e non è popolare, ma l’abbiamo ritenuta necessaria”, ha precisato l’esperto, spiegando i due principali motivi alla base della decisione. 

“Il primo di natura epidemiologica: andando a guardare i dati ci siamo accorti che la proporzione dei casi in età scolare aumentava sempre di più e in maniera veloce, nell’ultima settimana dai 6 ai 18 anni abbiamo avuto più di mille casi, che rappresentano l’11% dei casi totali, mentre prima dell’apertura delle scuole questa percentuale era al 6%, quindi la proporzione si è raddoppiata e l’andamento ci stava spaventando. Il secondo tema è l’impatto che il mondo della scuola sta avendo sui nostri servizi territoriali, come le richieste di certificati, di tamponi e gli isolamenti con migliaia di studenti in quarantena in casa”, ha dichiarato Lopalco. “Abbiamo pensato di provare a chiudere precocemente anche per poche settimane. Stiamo già pensando nel corso della prossima settimana di mettere in piedi una serie di misure per permettere almeno ai bambini più piccoli, quelli delle elementari, di riprendere progressivamente la didattica in presenza”, ha concluso l’esperto. 

A member of medical staff wearing a personal protective equipment (PPE) walks in the Intensive Care Unit (ICU) for the novel coronavirus, COVID-19 cases, in the San Filippo Neri hospital in Rome, on October 30, 2020. - Italy's Prime Minister Giuseppe Conte tightened nationwide coronavirus restrictions after the country registered a record number of new cases, despite opposition from regional heads and street protests over curfews. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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