
Covid, il candidato vaccino Oxford-AstraZeneca: dalle origini alla sperimentazione
Diventato noto come una delle speranze più concrete contro il coronavirus, è frutto di un'intesa tra l'università e l'azienda farmaceutica britannica. Le dosi saranno prodotte in Italia dalla società Irbm di Pomezia. Ecco la storia del suo sviluppo, dalle origini scientifiche all'accordo per la sua distribuzione, fino all'iter di approvazione avviato di recente

Con il passare dei mesi è diventato una delle speranze più concrete per fermare il coronavirus. È il vaccino in corso di sviluppo nei laboratori dello Jenner Institute dell'Università di Oxford, che sarà distribuito grazie a un accordo con l'azienda biofarmaceutica AstraZeneca e le cui dosi saranno prodotte in Italia dalla società Irbm di Pomezia. Ecco come è nato il progetto e a che punto siamo con il suo sviluppo
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L'ACCORDO UNIVERSITÀ DI OXFORD-ASTRAZENECA - Lo sviluppo del vaccino nasce dalla collaborazione tra l'Università di Oxford, che ha finanziato con fondi pubblici la ricerca di laboratorio anti-Covid, e l'azienda biofarmaceutica britannica AstraZeneca
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PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE - "Ci siamo inoltrati nella giungla senza un machete", ha spiegato John Bell, genetista di Oxford a proposito della ricerca di un partner dell'industria farmaceutica. Alla fine l'università britannica ha concluso un accordo con la multinazionale AstraZeneca per supervisionare la produzione e la distribuzione di miliardi di dosi di vaccino
A che punto sono le sperimentazioni sui vaccini nel mondo
TUTTO NASCE DA UNO STUDIO SUGLI SCIMPANZÈ - La scienza alla base del vaccino di Oxford risale a poco meno di due decenni fa. Negli anni 2000, gli scienziati della Merck, azienda farmaceutica tedesca, utilizzarono il virus del raffreddore di uno scimpanzé per produrre un certo numero di vaccini
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GLI STUDI A OXFORD - Dopo l'abbandono del progetto da parte di Merck, il lavoro è stato ripreso anche al Jenner Institute di Oxford, un centro di ricerca che prende il nome dal pioniere britannico del vaccino contro il vaiolo Edward Jenner, e uno dei principali istituti al mondo per lo studio dei vaccini
Lo speciale coronavirus
VACCITECH, COSÌ OXFORD CREA VACCINI - Due scienziati, Sarah Gilbert, una professoressa di vaccinologia di Oxford, e Adrian Hill, il direttore dell'istituto, hanno sviluppato la loro versione della tecnologia del vaccino per gli scimpanzé. Lo hanno brevettato e nel 2016 hanno fondato Vaccitech, con il supporto di Oxford, per creare vaccini
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GLI INVESTIMENTI NEI VACCINI DI OXFORD - L'azienda biotech Vaccitech è una società di venture capital sostenuta da Oxford Sciences Innovation, partner per gli investimenti dell'università di Oxford. L'ateneo ha avviato la società nel 2015, attirando circa 600 milioni di sterline (788 milioni di dollari) da investitori esterni che vanno dagli hedge fund ai conglomerati cinesi

L'INIZIO DEL LAVORO SUL CORONAVIRUS - All'inizio del 2020, l'Istituto Jenner stava producendo un vaccino contro il virus Ebola nel suo piccolo stabilimento di produzione. A metà gennaio, poco dopo che il nuovo coronavirus ha iniziato a diffondersi a livello globale, gli scienziati cinesi hanno rilasciato la sua sequenza genetica. Il giorno successivo, la squadra si è messa al lavoro

LA PRIMA IDEA: NESSUNA PARTNERSHIP CON AZIENDE - L'idea iniziale era che il Jenner Institute e Vaccitech avrebbero lavorato in tandem. I fondatori di Vaccitech Gilbert e Hill, che insieme possiedono circa il 10% della società, hanno iniziato a valutare se l'università potesse lanciare il vaccino su scala globale, utilizzando Vaccitech e altri partner e senza concedere diritti esclusivi a nessuna grande azienda

LA NECESSITÀ DI UN PARTNER - Anche l'Università di Oxford era dello stesso avviso, ma non tutti erano d'accordo. "Non abbiamo la capacità di distribuirlo, di fabbricarlo", aveva spiegato al Wall Street Journal il vicecancelliere di Oxford, Louise Richardson, sottintendendo che Oxford aveva bisogno di un grande partner aziendale

IL NO DELLA MERCK - Oxford si è quindi rivolta a John Bell, membro del cda di Roche e consulente di politica sanitaria dei premier britannici. A lui viene affidata la ricerca di un partner industriale adatto. Bell si rivolge alla Merck per una partnership ma senza risultati

L'INTESA TRA OXFORD E ASTRAZENECA - Nella prima metà di aprile, si apre a Bell la strada della trattativa con un'azienda farmaceutica britannica: AstraZeneca. I dettagli dell'accordo di Oxford con AstraZeneca sono privati, ma un portavoce dell'azienda spiega che AstraZeneca avrebbe garantito di vendere senza scopo di lucro circa 3 miliardi di dosi. "Abbiamo anche promesso di rendere il vaccino disponibile per i paesi a reddito medio-basso senza profitto per sempre", aggiunge il portavoce di AstraZeneca

I TERMINI DELL'ACCORDO - AstraZeneca e Oxford annunciano il loro accordo il 30 aprile. Secondo persone che hanno familiarità con i termini offerti, AstraZeneca, come riporta l'Agi citando il Wall Street Journal, accetta di dare a Oxford 10 milioni di dollari in anticipo e altri circa 80 milioni se il vaccino supererà gli ostacoli normativi e di vendita

NO ROYALTIES PER OXFORD - Il comunicato stampa dell'accordo di Oxford afferma che né l'università né la Vaccitech riceveranno royalties durante la pandemia

I GUADAGNI DI OXFORD ALLA RICERCA SUI VACCINI - Lo stesso comunicato specifica che i guadagni di Oxford verranno incanalati in un nuovo Centro di ricerca sui vaccini e per fronteggiare la pandemia, tutte azioni che Oxford sta sviluppando "in collaborazione con AstraZeneca"

A CHE PUNTO È IL VACCINO - I risultati delle prove finali del vaccino nel Regno Unito sono attesi entro quest'anno. A settembre i test sono stati temporaneamente interrotti dopo la comparsa di un effetto indesiderato in uno dei partecipanti. Le sperimentazioni sono riprese dopo pochi giorni poiché la reazione avversa non aveva a che fare con il vaccino