Coronavirus, Galli a Sky TG24: “Epidemia fuori controllo. Servono più restrizioni”
Salute e BenesserePer il primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano sono necessari degli interventi mirati a livello locale per contrastare la diffusione di Sars-CoV-2
Nel corso del suo intervento a “I numeri della pandemia”, su Sky TG24, Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, ha parlato dell’evoluzione dell’emergenza coronavirus. “L’epidemia è chiaramente già uscita dal controllo, non si può pensare che con migliaia di infetti identificati ogni giorno si possa seguire il tracciamento tradizionale. Per questo sono assolutamente necessari provvedimenti restrittivi, ne sono stati presi già di significativi, ma il punto è vedere se possono effettivamente funzionare. E il tempo a disposizione per verificarlo è molto limitato”, ha spiegato.
Galli: “Spero che non sia necessario un altro lockdown completo”
Galli ha spiegato che nei prossimi quindici giorni si assisterà a un aumento delle infezioni, perché di fatto sono già avvenute. Solo alla fine di questo periodo sarà possibile valutare l’effetto dei provvedimenti presi. Il suo invito, però, è non aspettare per integrare subito delle misure più restrittive, almeno a livello locale. “Mi auguro che non sia ancora necessario un lockdown completo, ma non nascondo che la mia preoccupazione è grande. Non nascondo nemmeno il mio grande rammarico, ed è una parola molto eufemistica, per quello che poteva essere fatto prima e non è stato fatto, in larga misura anche in modo consapevole”, ha aggiunto. “Ci siamo permessi un’estate che non ci potevamo permettere. Un’estate con l’apertura di tutta una serie di attività che certamente ha dato un segnale di liberi tutti che non ci potevamo permettere. Ora abbiamo la prova di quello che conseguentemente è successo”.
Galli: “A Milano serve la didattica a distanza”
Per Galli, una delle misure necessarie per la città di Milano è il ritorno all’insegnamento a distanza nelle scuole. “Le medie e le superiori sicuramente, il resto è da valutare, considerando anche dove sono comparsi i focolai maggiori”. Il primario infettivologo ha spiegato che le scuole, soprattutto quelle superiori, contribuiscono all’aumento della concentrazione sui mezzi pubblici. Il problema non è quello che succede in classe, ma la ressa prima e dopo l’inizio delle lezioni. “Per quanto riguarda i bambini più piccoli ci troviamo di fronte al problema di trovare il modo di garantire ai nonni di non essere esposti a eventuali infezioni che arrivino dalla scuola, e anche lì abbiamo il problema di portarli e riportarli a casa che implica movimento ulteriore. D’altro canto è evidente che i genitori di bambini che vanno a scuola non riescono poi ad andare a lavoro se devono restare a casa con loro”.
Galli: “Il virus non accetta compromessi da parte nostra”
Per Galli è necessario prendere dei livelli restrittivi a livello locale che tengano conto del fatto che “abbiamo a che fare con un virus che non accetta trattative da parte nostra”. “In una situazione come questa le ricette pronte non le ha nessuno, però anche aspettare che la malattia faccia il suo corso, che il virus cammini come vuole, è qualcosa che non ci possiamo permettere”, ha concluso l’esperto.