
Scuola, ecco come gli studenti hanno vissuto l’esperienza della didattica a distanza
Nel giorno del rientro a scuola, una rilevazione di AlmaDiploma relativa al periodo del lockdown rivela che quasi tutti gli studenti delle classi quarte e quinte delle superiori hanno usato le risorse familiari per i device tecnologici e la connessione. Per il 67,4% i docenti hanno valutato con equità le prove e i compiti svolti, ma per il 31,6% non sarebbe utile continuare con la Dad e il 72,1% pensa che la preparazione ricevuta sia inferiore a quella che avrebbero avuto andando in classe

Con la riapertura delle scuole dopo l’emergenza coronavirus si torna a parlare anche di didattica a distanza (DaD), strumento molto usato durante il lockdown per continuare a insegnare ai ragazzi in sicurezza. Ma gli studenti come hanno vissuto questa esperienza?
IL PODCAST SUL RIENTRO A SCUOLA
Da una rilevazione di AlmaDiploma, con la collaborazione del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea e degli Istituti associati al sistema AlmaDiploma nell’a.s. 2019/20, emerge ad esempio che quasi tutti gli intervistati (93,6%) non hanno ricevuto supporto da parte della scuola per quanto riguarda la disponibilità delle attrezzature informatiche
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Secondo la rilevazione via web - rivolta agli studenti delle classi quarte e quinte degli Istituti superiori e avviata a partire dal 29 maggio 2020 - per quanto riguarda pc, tablet, portatili o smartphone e la connessione per seguire le lezioni, la quasi totalità dei ragazzi dichiara infatti di aver fatto affidamento sulle sole risorse disponibili in famiglia
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Inoltre, per il 79,6% degli studenti durante la didattica a distanza i compiti sono aumentati rispetto a quelli assegnati con le lezioni tradizionali
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Mentre per il 54,8%, sebbene aumentato, il carico è stato comunque affrontabile
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Per quanto riguarda invece il giudizio sugli insegnanti, circa i due terzi degli studenti (67,4%) sostengono che durante il periodo di Dad i docenti abbiano valutato con equità le prove e i compiti svolti

Secondo l’indagine, durante il periodo di didattica a distanza si sono anche emotivamente intensificati i rapporti con i componenti della famiglia o i conviventi: lo dichiara il 73,3% degli studenti

Dalla rilevazione è emerso anche un diverso modo di vivere la Dad tra gli studenti di quarta e quelli di quinta superiore, che avrebbero poi dovuto affrontare la maturità

A parte una piccola quota di ragazzi che non si sono detti né tranquilli né preoccupati, gli studenti di quarta sono stati per il 35,3% tranquilli e per il 19,2% preoccupati. Viceversa, gli studenti di quinta preoccupati sono stati il 32,3% e quelli tranquilli il 24%

Nonostante un bilancio tutto sommato positivo, anche se segnato da qualche criticità, poco meno di un terzo degli studenti (31,6%) ritiene che sarebbe utile continuare a usare la Dad, insieme alle lezioni in aula, anche dopo l’emergenza Covid-19

Inoltre il 72,1% degli studenti pensa che la preparazione raggiunta attraverso le lezioni a distanza sia inferiore a quella che avrebbero avuto andando a scuola. Infatti il 42,8% dei ragazzi ritiene di non avere una preparazione adeguata per affrontare il prossimo anno scolastico

Paure che si riflettono anche sul futuro occupazionale di chi li circonda: il 59,7% ritiene che molte persone vicine siano preoccupate di non trovare lavoro o diventare disoccupate a causa della difficile situazione economica dovuta al Covid-19

Nella rilevazione sono stati 246 gli Istituti coinvolti, con 73.286 studenti di quarta e quinta, in prevalenza liceali (57,0%), seguiti dai tecnici (33,8%) e dai professionali (9,2%). A compilare il questionario sono stati 23.305 alunni per un tasso di compilazione pari al 31,8%

“In questo periodo in cui tutti parlano di scuola, ritengo doveroso dar voce ai nostri studenti che a giugno ci hanno dichiarato che la loro scuola ha svolto il proprio compito garantendo la continuità delle attività e organizzato in modo efficiente la didattica a distanza - ha spiegato il Direttore di AlmaDiploma, Renato Salsone - Altrettanto chiaramente, però, hanno affermato che è stata un’esperienza faticosa e non sempre efficace”