Vaccino antinfluenzale, i medici di famiglia: carenza di dosi in alcune regioni

Salute e Benessere

Secondo Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg, le dosi sono poche e nemmeno tutti gli aventi diritto potrebbero riuscire a vaccinarsi contro l'influenza.  Sull'accaparramento da parte delle regioni, dice, non c'è stata equità

Nel corso di un congresso a Villasimius il segretario nazionale della federazione dei medici di famiglia (Fimmg), Silvestro Scotti, ha lanciato un allarme per quanto riguarda il vaccino antinfluenzale. Le dosi sarebbero insufficienti, al punto che secondo lui nemmeno tutti gli aventi diritto riusciranno a vaccinarsi, ma la denuncia del medico abbraccia anche l'iniquità d'accesso alle dosi, carenti in alcune regioni.

 

Pochi vaccini con 16 milioni di cronici

Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg, sostiene che i vaccini contro l'influenza disponibili siano pochi "considerando che abbiamo 16 milioni di cronici, a cui si aggiungono i bambini, gli aventi diritto, la polizia, gli insegnanti, gli allevatori, senza contare i 'normali' cittadini”. “Visto che arriveranno 17 milioni di dosi in tutto – ha rimarcato - mi pare chiaro che ci sarà una carenza, nemmeno i soggetti a rischio riusciranno a vaccinarsi tutti". “Inoltre – ha fatto notare nel corso del congresso - c'è stata iniquità nell'accesso" alle dosi.

 

Disparità tra regioni ed effetto paura

“Dovremmo aggiungere all'articolo 32 che il diritto alla salute è anche 'regionale'” dice Silvestro Scotti in riferimento al fatto che le regioni si sono mosse in ordine sparso. “Non c'e' un meccanismo di solidarietà successivo alle gare regionali – spiega il segretario nazionale della federazione dei medici di famiglia - per cui si arriva al caso della Lombardia che ha difficoltà nell'acquisire le dosi necessarie. Con il risultato che un over 60 nel Lazio probabilmente riuscirà a vaccinarsi, mentre in Lombardia rischia di non riuscire". Hanno problemi, riferisce Scotti, "anche Molise e Basilicata”. “E' vero – va avanti - che le dosi rispetto all'anno scorso sono aumentate, ma non si calcola l'effetto paura. Se c'è paura tutti vorranno vaccinarsi, e ci sarà inevitabilmente carenza soprattutto in alcune aree". “D'altra parte - conclude Scotti - già a febbraio l'Oms ha diffuso la composizione dei vaccini per quest'anno, e la Germania ad esempio si è subito mossa per prenotare le dosi. In Italia invece facciamo la gara molto più tardi, sul mercato l'Italia è un po' tardiva". Quindi "le regioni che si sono mosse prima, Lazio e Puglia ad esempio, hanno acquisito 1,5 milioni di dosi in più, mentre altre sono in difficoltà”.

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