Covid-19: la maggior parte dei pazienti positivi potrebbe non essere contagiosa. Lo studio
Salute e BenessereAnalizzando l’andamento della pandemia di Covid-19 negli Stati indiani Andhra Pradesh e Tamil Nadu, i ricercatori del Center for Disease Dynamics, Economics and Policy, di New Delhi, hanno rivelato una percentuale di infezione media compresa tra il 4,7 e il 10,7 percento
Secondo un nuovo studio indiano basato sul contact tracing di quasi 600mila persone, la maggior parte dei pazienti positivi al coronavirus potrebbe non essere contagiosa. Nello specifico, analizzando l’andamento della pandemia di Covid-19 negli stati indiani Andhra Pradesh e Tamil Nadu, dove le autorità sanitarie hanno rintracciato più di 575 mila persone esposte al coronavirus (con circa 85mila positivi), i ricercatori del Center for Disease Dynamics, Economics and Policy, di New Delhi, hanno rivelato una percentuale di infezione media compresa tra il 4,7 e il 10,7 percento.
Lo studio nel dettaglio
"Siamo stati molto sorpresi dei nostri risultati, in pratica l'8 percento dei pazienti indice, quelli che danno origine a una catena di trasmissione, è stato responsabile del 60 percento delle infezioni secondarie. Sospettavamo di un fenomeno di superdiffusione, ma queste proporzioni sono totalmente inaspettate”, ha commentato Ramanan Laxminarayan del Center for Disease Dynamics, Economics and Policy di New Delhi. Dall’analisi, descritta nel dettaglio sulle pagine della rivista specializzata Science, è anche emerso che la maggior parte dei casi indice era costituita da adulti di età compresa tra i 20 e i 45 anni, la fascia di età in cui si è più propensi a intrattenere relazioni sociali.
"Secondo i nostri dati in caso di contatti ravvicinati le probabilità di trasmissione variano dal 2,6 in comunità al 9 percento all'interno del nucleo familiare, i rapporti di mortalità variano dallo 0,05 percento tra i pazienti di età compresa tra cinque e 17 anni, fino al 16,6 percento per i soggetti al di sopra degli 85 anni”, ha precisato Laxminarayan.
Altri risultati
"Le nostre osservazioni - continua l’esperto - indicano probabilmente che una percentuale sostanziale di soggetti positivi a Tamil Nadu e Andhra Pradesh è stata identificata in una fase avanzata della malattia, anche se le differenze nello stato di salute dei pazienti e nella capacità dei sistemi sanitari possono contribuire alla variazione della possibilità di decesso". I risultati dell’analisi suggeriscono, infatti, che la minore incidenza relativa di Covid-19 tra gli anziani del Tamil Nadu e dell'Andhra Pradesh ha contribuito a nette differenze nell'indice di mortalità generale e nella distribuzione per età dei deceduti rispetto alle osservazioni negli Stati Uniti e in altri Paesi ad alto reddito.
Gli autori precisano, inoltre, che secondo quanto emerso dalla loro analisi anche i bambini potrebbero avere un ruolo attivo nella diffusione del coronavirus. Tuttavia, riconoscono che saranno necessarie ulteriori ricerche per determinare la capacità di trasmissione dei bimbi rispetto agli adulti, in quanto non sono riusciti a ottenere le informazioni riguardanti i contatti di tutti i pazienti pediatrici presi in esame.
"Il ruolo dei bambini è stato molto dibattuto nella letteratura scientifica a riguardo, ma nel nostro lavoro emerge una prevalenza di infezione tra i più piccoli che sono entrati in contatto con i coetanei. In particolare, nei contesti a basso reddito o con risorse limitate, i bambini hanno costituito circa un terzo dei casi positivi”, ha precisato Laxminarayan.