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Coronavirus, Ricciardi: “L’Italia deve mantenere alta la guardia”

Salute e Benessere
©Ansa

In un’intervista a La Stampa il consigliere del ministro della Salute ribadisce anche l’importanza della campagna di vaccinazione antinfluenzale “per evitare confusione e paura”

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Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, riprende l’allarme dell’Organizzazione mondiale della sanità riguardo l’aumento dei casi di coronavirus in Europa e ribadisce di “tenere alta la guardia”. “In Italia – ha spiegato in un’intervista a La Stampa - non siamo tornati ai contagi di marzo come in altri Paesi d’Europa, ma dobbiamo stare attenti a non abbassare la guardia perché il virus si sta trasmettendo dai giovani ai più grandi e i ricoveri sono in aumento anche da noi”. “Il vaccino di Oxford – aggiunge Ricciardi - opzionato dall’Italia potrebbe arrivare già a novembre, ma richiede anche un richiamo. Quindi con il Covid-19 dovremo vedercela almeno per tutto il 2021”.

L'importanza del vaccino antinfluenzale

 

L’attenzione, rimarca Walter Ricciardi sulle colonne de La Stampa, deve essere massima sia a livello individuale che collettivo. Alla base restano l’igiene delle mani, la mascherina e il distanziamento. “A livello collettivo – prosegue - non dobbiamo perdere il controllo dei focolai, che sono sempre più numerosi. Gli addetti delle Asl con un grande sforzo ci stanno ancora riuscendo, ma dobbiamo tutti dargli una mano scaricando l’app Immuni”. Sarà importante anche la campagna di vaccinazione antinfluenzale “per evitare che alla prima comparsa di tosse e raffreddore si generi paura e confusione. Per fare questo dobbiamo però ridisegnare completamente il nostro  sistema vaccinale” ed estendere la possibilità di fare vaccini anche a infermieri e farmacisti, “come avviene in altri Paesi”.

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Walter Ricciardi - ©Ansa

Ricciardi sulla riduzione della quarantena

 

Al quotidiano il consigliere del ministro Speranza si è anche espresso sulla riduzione della quarantena. La decisione della Francia di portarla a sette giorni, rimarca, “è supportata da una documentazione scientifica assolutamente inadeguata. Ma anche riducendola a 10 giorni come propone la Germania avremmo circa un 10% di persone che, liberate prima del tempo, andrebbero ad infettare le altre”. Walter Ricciardi ha fatto sapere che il Comitato tecnico scientifico sta “prendendo in considerazione proposte alternative basate sull’evidenza” medica.

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