Lo ha sottolineato Andrea Mandelli, presidente di Fofi, la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani. Secondo le stime, il rischio di approvvigionamento per le farmacie sarebbe determinato dalla forte richiesta del Sistema Sanitario Nazionale
La stagione legata alla campagna vaccinale contro l’influenza dovrebbe iniziare prima del previsto quest’anno, in particolar modo a causa della diffusione del coronavirus. E se la corsa delle regioni italiane è entrata già nel vivo, ad essere in difficoltà potrebbero essere le farmacie. Saranno, infatti, 18 milioni le dosi del vaccino antinfluenzale che quest'anno andranno al Servizio Sanitario Nazionale (SSN), 6 milioni in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma i farmacisti rischiano di restare senza approvvigionamenti. E secondo una loro stima, servirebbero un milione e mezzo di dosi da distribuire attraverso i loro canali. A ribadirlo è Andrea Mandelli, presidente di Fofi, la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani.
Le stime della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani
Lo scorso anno, di questi tempi, erano state 12 milioni le dosi ordinate dal SSN e questo aumento pari a 6 milioni di dosi richieste ha portato le aziende farmaceutiche a dare priorità proprio alla domanda pubblica. Nel 2019 sono state 900 mila le dosi che sono state vendute in farmacia a chi “volontariamente”, pur non facendo parte delle categorie a rischio, aveva deciso di vaccinarsi. Stando alle stime dei farmacisti, ad oggi, proprio le farmacie risultano “scoperte” dalla fornitura adeguata, proprio a causa della maggiore domanda del servizio statale. Secondo i farmacisti la campagna vaccinale 2020-2021, implementata per cercare di evitare che le influenze stagionali possano generare confusione con i contagi da Covid-19, renderebbe necessario quasi un raddoppiamento del numero di vaccini per le farmacie. “Una mia stima, che credo sia basata sul buonsenso, dovrebbe prevedere almeno 1,5 milioni di dosi vaccinali in farmacia”, ha sottolineato Mandelli. “La Federazione degli ordini dei Farmacisti Italiani già dalla metà di luglio aveva cominciato a percepire, delle case farmaceutiche, la grave difficoltà nel dare un vaccino antinfluenzale in un anno così particolare. Il tema da affrontare con grande pragmatismo è di capire come il ministero possa rifornire le farmacie per permettere di vaccinarsi a chi vuol farlo volontariamente”, ha aggiunto. La proposta dei farmacisti è quella che si possa fare in modo che il vaccino antinfluenzale possa essere somministrato direttamente in farmacia. “Siamo in un momento di guerra, bisogna cercare di mettere il cittadino nelle condizioni più facili possibili. Così evitiamo assembramenti negli ambulatori”, ha detto ancora Mandelli.
Le categorie a cui è raccomandato il vaccino
Tra l’altro, come ha ricordato la circolare del Ministero della Salute sulla prevenzione e il controllo dell'influenza, emessa a giugno scorso, gli esperti raccomandano la vaccinazione, gratuita, ad alcune particolari categorie di persone. Tra queste, le persone con più di 60 anni (prima il paletto era a 65), le donne in gravidanza, chi soffre di malattie croniche dell'apparato respiratorio, quelle dell'apparato cardio-circolatorio e chi soffre di diabete mellito e altre malattie metaboliche. Nelle categorie a cui il vaccino è consigliato ci sono anche persone con insufficienza renale o surrenale cronica, i pazienti oncologici, chi ha malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali, chi ha epatopatie croniche o chi è ricoverato in strutture per lungodegenti. Per quanto riguarda le categorie professionali ci sono i medici, le forze di polizia, i vigili del fuoco, gli allevatori, i veterinari. Tra i volontari, invece, sono inseriti i donatori di sangue.