Hiv, descritto un caso di guarigione spontanea

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Una paziente 66enne non ha più tracce del virus rilevabili nelle proprie cellule da decenni. Nel corso degli anni non si è mai sottoposta a dei trapianti di midollo e non ha assunto farmaci antiretrovirali

Nel corso degli anni, solo due persone sono state dichiarate guarite dall’Hiv. Si tratta del “paziente di Londra”, Adam Castillejo, e del “paziente di Berlino”, Timothy Ray Brown: entrambi sono diventati resistenti all’infezione in seguito a un trapianto di midollo osseo. Ora potrebbe entrare a far parte di questa ristretta cerchia anche Loreen Willenberg, una donna di 66 anni che da decenni non avrebbe più tracce rilevabili di Hiv nel proprio organismo. Nel corso degli anni non ha mai assunto dei farmaci specifici e non si è nemmeno sottoposta a dei trapianti di midollo. Si tratterebbe dunque della prima persona al mondo a essere guarita spontaneamente dall’Hiv. La sua incredibile storia è descritta in uno studio pubblicato sulla rivista specializzata Nature.

La guarigione spontanea

 

“Mentre Brown e Castillejo hanno ricevuto dei trapianti di midollo osseo da un donatore con geni in grado di resistere all’Hiv, Willenberg sembra in grado di sopprimere il virus in modo autonomo”, osservano gli autori dello studio. Per verificare l’effettiva guarigione spontanea della donna, i ricercatori del Ragon Instituite, presso il Massachusetts General Hospital, hanno condotto sia dei test tradizionali, che non hanno mostrato evidenze del virus, sia un’indagine avanzata. Quest’ultima ha permesso ai medici di analizzare 1,5 miliardi di cellule ematiche della paziente e di rilevare la presenza di ridotte quantità di Hiv. “Il suo sistema immunitario ha inibito la riproduzione delle cellule virali restanti”, spiega Sharon Lewin, la direttrice del Peter Doherty Institute for Infection and Immunity, in Australia. “Si tratta di una condizione, comune a quelli che vengono definiti controllori d’élite, riscontrata in altri 63 pazienti che non avevano ricevuto farmaci antiretrovirali, suggerendo un’incidenza dello 0,5% rispetto ai 37 milioni di persone affette da Hiv nel mondo”, aggiunge l’esperta.

 

La lotta al virus

 

In circostanze normali, il virus che provoca la malattia dell’Aids causa la distruzione delle cellule immunitarie che proteggono il corpo dalle infezioni. “Negli ultimi dieci anni, tuttavia, la nostra comprensione dell’Hiv ha ridotto notevolmente il tasso di mortalità di questa patologia, per cui siamo in grado di somministrare dei cocktail specifici di farmaci per rendere la malattia latente, anche se l’organismo non riesce a liberarsene del tutto”, spiega Mathias Lichterfeld, seconda firma dello studio e ricercatore del Ragon Institute. Nel caso di Loreen Willenberg la diffusione del virus in tutto il corpo viene ostacolata naturalmente, senza che vi sia la necessità di assumere dei medicinali. 

 

Verso lo sviluppo di nuovi trattamenti

 

Nel corso della ricerca il team del Ragon Institute ha analizzato i campioni di sangue di 64 pazienti controllori d’élite, in grado di tenere sotto controllo l’infezione senza assumere farmaci, e li ha messi a confronto con quelli di 41 soggetti che, invece, necessitavano della somministrazione di medicinali. “I risultati mostrano che il virus non è in grado di replicarsi negli organismi in cui non è necessario assumere farmaci, il che potrebbe derivare da un posizionamento atipico dei genomi virali”, spiega Xu Yu, professore di Medicina presso la Harvard Medical School e coautore dello studio. Secondo il ricercatore, i risultati dello studio potrebbe aprire la strada allo sviluppo di farmaci in grado di replicare il comportamento o la mutazione delle cellule dei pazienti d’élite. “Questa mutazione potrebbe derivare dal retaggio delle popolazioni del Nord Europa, ma saranno necessari ulteriori studi per comprendere meglio questi fenomeni di guarigione, che, seppur incoraggianti, sono davvero molto rari”.

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