Coronavirus, Usa: record di ricerche web su ansia e stress

Salute e Benessere

Lo ha certificato un ampio lavoro di ricerca, condotto dagli esperti del Center for Data Driven Health, che ha analizzato le query di Google collegate alle stringhe “attacco di panico” e “attacco d'ansia” per gli Stati Uniti, dal gennaio 2004 a maggio 2020

Gli studi che hanno dimostrato come il lockdown abbia lasciato in eredità nelle persone sensazioni di ansia e stress sono stati già numerosi, ma una conferma ulteriore è arrivata da un lavoro di ricerca secondo cui in quel periodo le ricerche su Internet legate a temi come gli attacchi di ansia sono aumentate del 17%, raggiungendo livelli record. A sottolinearlo è stato proprio uno studio, focalizzato sulla situazione degli Stati Uniti, pubblicato sulla rivista “Jama Internal Medicine” e condotto dagli esperti del Center for Data Driven Health presso il Qualcomm Institute dell'Università della California a San Diego, coadiuvati da scienziati della Johns Hopkins University, del Barnard College e dell'Institute for Disease Modeling.

Le query su Google

In particolare, i ricercatori coinvolti nello studio hanno voluto esaminare l'impatto del lockdown e della diffusione del coronavirus sulla salute mentale delle persone, basandosi sulle ricerche effettuate su Google. Ed evidenziando le prove di un alto record di potenziali attacchi di ansia o di panico, riscontrati proprio nelle ricerche prodotte sul web. "Abbiamo analizzato le query del motore di ricerca collegate alle stringhe 'attacco di panico' e 'attacco d'ansia' per gli Stati Uniti dal gennaio 2004 a maggio 2020. Abbiamo indagato su questa condizione perchè è piuttosto comune e può provocare altri problemi di salute mentale, come la depressione e può essere scatenato da fattori di stress esterni e socialmente facili da diffondere, come un'epidemia", ha spiegato Alicia L. Nobles del Center for Data Driven Health, tra i principali autori dello studio.

I numeri emersi

Approfondendo i dati emersi dallo studio, a partire del 13 marzo, giorno in cui il presidente americano Donald Trump ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale, le ricerche collegate a stati di ansia e panico sono aumentate fino a raggiungere livelli mai segnalati prima, nello specifico tra il 16 marzo e il 14 aprile 2020. "In termini pratici questo significa che durante i primi 58 giorni di pandemia in America sono state effettuate circa 3,4 milioni di ricerche totali relative all'ansia acuta grave. Le query sono tornate ai livelli normali dal 15 aprile, ma si è trattato del numero più alto di ricerche sul web a riguardo negli ultimi 16 anni", ha segnalato Benjamin Althouse dell'Institute for Disease Modeling.

L’impatto del lockdown sulla popolazione

Una volta emersi questi dati, gli studiosi sperano che questa analisi sia utile per fornire nuovi indizi legati agli impatti che il lockdown e le misure di sicurezza adottate per arginare la diffusione di Covid-19 hanno avuto sulla popolazione. "Un attacco di panico non deve essere sottovalutato, in quanto può avere conseguenze molto gravi. Il nostro lavoro evidenzia la necessità di implementare le possibilità di usufruire di servizi volti all'assistenza di pazienti affetti da disturbi mentali", ha invece spiegato Eric C. Leas, dell'Università della California a San Diego e altro autore della ricerca. Nonostante ciò, spiegano gli esperti, potrebbero essere necessari anni per valutare a 360 gradi le conseguenze e gli impatti che il coronavirus hanno provocato nella popolazione. "Con il tempo potremmo scoprire che saranno necessari molti più servizi destinati al cittadino per rispondere ad altri impatti collaterali", ha infine segnalato Adam Poliak, ricercatore presso il Barnard College e autore dello studio.

Mascherine in vendita all'interno di una farmacia, Torino, 13 maggio 2020. ANSA/TINO ROMANO

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