Coronavirus, AstraZeneca avvia i primi test clinici per una cura a base di anticorpi

Salute e Benessere

Le prime dosi sono giù state somministrate a 48 pazienti di età compresa tra i 18 e i 55 anni, per verificarne la sicurezza e la sostenibilità

L’azienda biofarmaceutica AstraZeneca ha avviato il primo studio clinico su una sostanza volta sia alla prevenzione che alla cura delle persone con un’infezione da coronavirus Sars-CoV-2 (segui la DIRETTA di Sky TG24) . Si tratta di AZD7442, una combinazione di due anticorpi monoclonali. Le prime dosi sono giù state somministrate a 48 pazienti di età compresa tra i 18 e i 55 anni, per verificarne la sicurezza e la sostenibilità. Se lo studio avrà un esito positivo, AstraZeneca progetta di estendere il progetto, che è finanziato anche dal governo degli Stati Uniti.

 

L’importanza dello studio

 

“Questa ricerca rappresenta un’importante pietra miliare nello sviluppo di una combinazione di anticorpi per prevenire o trattare il Covid-19”, spiega Mene Pangalos, vicepresidente della ricerca biofarmaceutica di AstraZeneca. I primi risultati dello studio sono attesi entro la fine del 2020. La nuova sperimentazione si aggiunge a quella avviata in partenariato con l’Università di Oxford per realizzare un vaccino contro il coronavirus, che a detta dell’azienda “sta producendo risultati incoraggianti”.

 

La “fretta” dell’amministrazione Trump

 

Stando a quanto riportato dal Financial Times, l’amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di aggirare i normali standard normativi statunitensi per accelerare l’iter del vaccino sperimentale in fase di sviluppo dall’Università di Oxford e da AstraZeneca. L’obiettivo sarebbe indurre la Food and Drug Administration ad assegnare già a ottobre “l’autorizzazione all’uso di emergenza” del vaccino, sulla base dei risultati di uno studio americano relativamente piccolo. Anthony Fauci, il massimo esperto americano di malattie infettive, si è espresso negativamente sulla “fretta” del governo Usa. “Uno dei potenziali pericoli se si produce prematuramente un vaccino è che renderebbe difficile, se non impossibile, per gli altri vaccini coinvolgere persone nella loro sperimentazione”, ha spiegato il direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases. "Secondo me, è assolutamente fondamentale che si dimostri in maniera certa che un vaccino è sicuro ed efficace", ha aggiunto.

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