Sanofi acquista il gruppo statunitense Principia Biopharma

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La transazione è stata approvata all’unanimità dai Consigli di amministrazione delle due aziende. L’accordo è definitivo e prevede l’acquisizione da parte di Sanofi di tutte le azioni in circolazione di Principia per 100 dollari l’una in contanti, che rappresenta un valore azionario aggregato di circa 3,68 miliardi di dollari

Il gigante farmaceutico francese Sanofi ha annunciato l’acquisto del gruppo statunitense Principia Biopharma, specializzato nello sviluppo di trattamenti per malattie immuno-mediate, per 3,68 miliardi di dollari. La transazione è stata approvata all’unanimità dai Consigli di amministrazione delle due aziende. L’accordo è definitivo e prevede l’acquisizione da parte di Sanofi di tutte le azioni in circolazione di Principia per 100 dollari l’una in contanti, che rappresenta un valore azionario aggregato di circa 3,68 miliardi di dollari. 

 

La collaborazione tra le due aziende

 

“Questa operazione consentirà di rafforzare le principali aree di ricerca e sviluppo nelle malattie autoimmuni e allergiche”, rende noto Sanofi. Nel 2017, l’azienda francese aveva collaborato con Principia Biopharma, ottenendo l’accesso a una licenza mondale esclusiva per lo sviluppo e la commercializzazione dell’inibitore BTK’168 nel trattamento della sclerosi multipla e di altre patologie del sistema nervoso centrale. L’offerta pubblica di acquisto dovrebbe iniziare verso la fine di agosto ed essere finalizzata nel corso del quarto trimestre del 2020. Sanofi prevede di finanziare questa transazione con la sua liquidità.

L’indagine su Sanofi

 

All’inizio di agosto, il gruppo farmaceutico Sanofi è stato iscritto nel registro degli indagati per “omicidio involontario”, nell’ambito dell’inchiesta sulla commercializzazione del farmaco Depakine, impiegato per il trattamento dell'epilessia. A riferirlo è stata l’agenzia France Presse (AFP), che ha confermato un’inchiesta pubblicata sul quotidiano “Le Monde”. Già lo scorso febbraio l’azienda era stata incriminata per “inganno aggravato” e “lesioni colpose”, con l’accusa di aver “ingannato sui rischi inerenti all’uso del prodotto e le precauzioni da prendere”. L’inchiesta era stata condotta in seguito a una procedura avviata da un’associazione per l’assistenza dei genitori di bambini affetti a sindrome anti-convulsiva (Apesac). La giustizia francese vuole determinare se Sanofi può essere ritenuta responsabile della morte, nel 1990, 1996, 2011 e 2014, di quattro bambini di età compresa tra poche settimane e alcuni mesi, le cui madri hanno assunto il Depakine nel corso della gravidanza. Replicando alle accuse, l’azienda francese ha dichiarato di “aver adempiuto ai propri obblighi di informazione” e di “contestare il merito di tali procedimenti giudiziari”, dato che non sussisterebbero elementi che “pregiudicano in alcun modo la responsabilità del laboratorio”.

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