Coronavirus, successo di un farmaco da anticorpi: in Israele dimessi 3 pazienti su 3

Salute e Benessere

Come reso noto da Zeev Rothstein, il direttore del Centro medico dell’ospedale Hadassah di Gerusalemme, ciascuno dei tre pazienti che ha ricevuto il trattamento è stato dimesso dall’ospedale dopo pochi giorni

In Israele, la sperimentazione clinica di un farmaco composto dagli anticorpi al coronavirus Sars-CoV-2 (segui la DIRETTA di Sky TG24) è stata un successo. Ciascuno dei tre pazienti che ha ricevuto il trattamento è stato dimesso dall’ospedale dopo pochi giorni. A renderlo noto è Zeev Rothstein, il direttore del Centro medico dell’ospedale Hadassah di Gerusalemme, che ha collaborato con l’azienda biofarmaceutica Kamada e che ora sta procedendo nei trial clinici. Per il medico, il risultato della sperimentazione è stato quasi un miracolo. “Tutti i pazienti che hanno ricevuto il rimedio sono stati dimessi dall'ospedale e ora sono nelle loro case".

Il successo del trial

 

Prima di ricevere il trattamento, i tre ex pazienti erano ammalati di polmonite indotta dal Covid-19. Le loro condizioni non erano gravi. Stando a quanto riportato dai medici, ora stanno bene, ma devono ancora essere testati per verificare se sono negativi al virus o no. Oltre a loro, nel trial sono stati coinvolti altri 9 pazienti, divisi in gruppi. “Forse siamo stati solo fortunati, ma comunque siamo entusiasti dei risultati ottenuti”, dichiara Rothstein, che per ora preferisce restare cauto sull’esito del trial. “Per un medico, assistere a un tale miglioramento in così poco tempo è sorprendente”, aggiunge. 

 

Le caratteristiche del farmaco

 

Anche Kamda, l’azienda che ha contribuito a sviluppare il farmaco, ha espresso la propria soddisfazione nei confronti dei risultati raggiunti. “Abbiamo usato il plasma convalescente come materiale grezzo, per poi sottoporlo a un trattamento farmaceutico e processarlo per farlo diventare un farmaco”, spiega Amir London, il Ceo dei Kamda. “Col nostro prodotto si assicurano a pazienti delle quantità di anticorpi predefinite e standardizzate, che possono ridurre la carica virale di Sars-CoV-2. Si tratta di una globulina iperimmune, a volte definita come vaccino passivo, in quanto contiene anticorpi preformati”, aggiunge London. Parlando della scelta di svolgere i primi trial su dei pazienti non in ventilazione, il Ceo spiega che è legata al fatto che “abbiamo voluto trattarli quando erano ancora altamente vitali, in modo da curare questa fase virale con un rimedio antivirale”.

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