Nella settimana compresa tra il 5 e l’11 agosto, si è verificato un incremento del 46% dei nuovi casi, a fronte di una consistente diminuzione dei tamponi diagnostici
L’aumento dei casi di coronavirus (segui la DIRETTA di Sky TG24) in Italia nella settimana tra il 5 e l’11 agosto rappresenta un allarme che induce a “non abbassare la guardia”. Lo sostiene la Fondazione Gimbe. A preoccupare è anche la crescita dei pazienti ricoverati in ospedale con Covid-19. Nello specifico, il monitoraggio indipendente rileva che nella settimana compresa tra il 5 e l’11 agosto, rispetto alla precedente, si è verificato un incremento del 46% dei nuovi casi (2.818 contro 1.931), a fronte di una consistente diminuzione dei tamponi diagnostici (174.671 contro 187.316). Sono aumentati anche i pazienti ricoverati con sintomi (801 contro 761) e quelli in terapia intensiva (49 contro 41).
La distribuzione dei casi nelle Regioni
Il monitoraggio ha anche evidenziato una riduzione complessiva di 31 nuovi casi, rispetto alla settimana precedente, in cinque Regioni, con variazioni minime che oscillano dai -2 della Provincia di Trento ai -13 di Bolzano. In altre 15 Regioni, invece, è stato riscontrato un incremento dei nuovi casi. Gli aumenti più consistenti si sono verificati in Lombardia (+198) e in Sicilia (+153), mentre nel resto della Penisola i numeri oscillano dai +5 della Valle d’Aosta ai +98 del Piemonte. Nelle Marche la situazione è rimasta stabile. Il 40,7% delle persone positive al coronavirus è concentrato in Lombardia (5.514), mentre un ulteriore 47,8% è distribuito tra Emilia-Romagna (1.790), Veneto (1.300), Lazio (1.101), Piemonte (822), Sicilia (538), Toscana (535) e Campania (402). I restanti 1.559 (11,5%) si trovano in 11 Regioni e in 2 Provincie autonome, con un range che varia dai 15 della Valle d’Aosta ai 229 della Puglia.
“Le autorità sanitarie devono potenziare la sorveglianza epidemiologica”
“La Fondazione ribadisce innanzitutto la necessità di aderire ai comportamenti raccomandati”, sottolinea Nino Cartabellotta, il presidente della Fondazione Gimbe. “In secondo luogo, invita le autorità sanitarie a potenziare la sorveglianza epidemiologica. Infine, invita tutti gli esperti a fornire comunicazioni pubbliche equilibrate, oggettive e, nell’incertezza, seguire il principio di precuazione, Altrimenti sull’avvio dell’anno scolastico potrebbe incombere lo spettro di nuovi lockdown”, conclude Cartabellotta.