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Aborto farmacologico, ecco le nuove linee guida sulla pillola Ru486

Salute e Benessere

Il ministero della Salute ha pubblicato le nuove indicazioni sull’interruzione volontaria di gravidanza. Annullato l’obbligo di ricovero, si svolgerà in day hospital in tutte le regioni e si potrà assumere il farmaco fino alla nona settimana

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Il ministero della Salute ha pubblicato giovedì 13 agosto le nuove linee guida sull'aborto farmacologico. Le disposizioni annullano l'obbligo di ricovero dall'assunzione della pillola Ru486 fino alla fine del percorso assistenziale e allungano alla nona settimana di gravidanza il periodo in cui si può ricorrere al farmaco. Il Consiglio Superiore di Sanità, che nella seduta straordinaria del 4 agosto aveva espresso parere favorevole alle nuove indicazioni sull'aborto, le ha integrate con la raccomandazione "di effettuare il monitoraggio continuo ed approfondito delle procedure di interruzione volontaria di gravidanza con l'utilizzo di farmaci, avendo riguardo, in particolare, agli effetti collaterali conseguenti all'estensione del periodo in cui è consentito il trattamento in questione".

L’Italia segue l’indirizzo dell’Oms

 

Il farmaco era stato approvato dall' Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa)  nel 2009 e l'impiego era limitato al regime di ricovero di tre giorni, anche se alcune regioni avevano già provveduto a permettere il day hospital con ordinanze proprie. La decisione della governatrice dell'Umbria Donatella Tesei di annullare la delibera della precedente amministrazione - che faceva riferimento proprio al day hospital - ha portato il ministro della Salute Roberto Speranza a chiedere un parere al Consiglio Superiore di Sanità, che ha quindi rimosso il vincolo. La decisione è stata accolta da forti polemiche da parte del mondo “pro life”, contrario all'estensione fino alla nona settimana di gravidanza. Come si legge nella circolare del ministero, in realtà questa è la prassi di numerosi stati del vecchio continente. “Tenuto conto della raccomandazione formulata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) - scrive infatti il ministero - in ordine alla somministrazione di mifepristone e misoprostolo per la donna fino alla nona settimana di gestazione, delle più aggiornate evidenze scientifiche sull'uso di tali farmaci, nonché del ricorso nella gran parte degli altri Paesi Europei al metodo farmacologico di interruzione della gravidanza in regime di day hospital e ambulatoriale, la scrivente Direzione generale ha predisposto le ‘Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine’”.

Il parere dell'Aifa

Oltre a questo il Consiglio Superiore di Sanità, si legge nel documento, indica di rivolgersi a “strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate, funzionalmente collegate all’ospedale ed autorizzate dalla Regione, nonché consultori, oppure day hospital”. Successivamente è riportata la determina dell’Aifa nella quale si superano le precedenti limitazioni del 2009. Risulta “annullato il vincolo relativo all’utilizzo del farmaco Mifegyne in regime di ricovero dal momento dell’assunzione fino alla conclusione del percorso assistenziale ed esteso l’impiego dal 49° al 63° giorno di amenorrea, pari a nove settimane”. Inoltre, viene indicato il metodo di somministrazione, “in linea con quanto contenuto nella scheda tecnica del mifepristone approvata in sede europea”.