Coronavirus, Ilaria Capua: "Non ci sarà abbastanza vaccino per tutti"

Salute e Benessere

Mentre monta la polemica tra chi propone l’obbligatorietà del vaccino e chi la contesta, la virologa ha espresso la sua opinione su Twitter. “Urge un piano per la sua somministrazione, per offrire una protezione strategica per il Paese e mirata a chi ne ha bisogno”, ha scritto ancora l’esperta

Vaccino obbligatorio o non obbligatorio? Mentre nel mondo la corsa al vaccino contro il coronavirus procede spedita, tra l’annuncio, che ha scatenato i dubbi degli esperti, di quello russo e i sei che stanno giungendo alla fase finale della sperimentazione, infervora la polemica anche nel nostro Paese. Ad entrare a gamba tesa sul tema, ci ha pensato la virologa Ilaria Capua, responsabile negli Usa dell’One Health Center of Excellence della University of Florida. “Sintesi sulle scaramucce di oggi. Mentre si dibatte se rendere obbligatoria la vaccinazione teniamo in mente che non ce ne sarà abbastanza per tutti. Urge, quindi un piano per la sua somministrazione, per offrire una protezione strategica per il Paese e mirata a chi ne ha bisogno”, ha scritto l’esperta su Twitter.

I vaccini italiani

Intanto, al di là delle diatribe, tiene banco in queste ore lo sviluppo di quei vaccini che hanno superato i primi test e stanno superando le varie fasi previste prima dell’ok definitivo delle autorità sanitarie. Per quanto riguarda l’Italia, sono due i prodotti al centro delle attenzioni. "In pochissimi giorni abbiamo ricevuto oltre 100 candidature da volontari per la sperimentazione sul vaccino a Dna anti-Covid". A dirlo è stata la professoressa Marina Cazzaniga, direttrice del Centro ricerca di Fase 1 della Asst di Monza, dove verrà condotta la "sperimentazione sul vaccino e che ora ospita, nell'area dedicata, lo screening preliminare dei volontari sani". Lo screening per la "selezione dei futuri candidati al vaccino anti-Covid 19 a Dna di Rottapharm-Takis", si legge in una nota ufficiale, è iniziato lunedì scorso. Questa sperimentazione si affianca a quella già annunciata dell'altro vaccino italiano, sviluppato da ReiThera e che sarà testato allo Spallanzani di Roma.

La polemica sul vaccino russo

Molto chiacchierato, dopo l’annuncio del presidente russo Putin, il vaccino “Sputnik V", il primo possibile prodotto sviluppato al mondo per contrastare il coronavirus. Nessuna evidenza scientifica indipendente ha permesso, al momento, di accogliere con positività la notizia proveniente dalla Russia. Anzi, esperti e ricercatori di tutto il mondo, interpellati dalla prestigiosa rivista scientifica “Nature”, hanno espresso i loro dubbi. Quella di annunciare, così presto, un vaccino sarebbe una scelta “avventata, sconsiderata e basata su pochi dati”, hanno detto i luminari a proposito del vaccino russo, annunciato in produzione già da settembre. “Estendere un vaccino non adeguatamente controllato potrebbe mettere a rischio le persone che lo ricevono” è il pensiero degli scienziati. La mancata sperimentazione su larga scala è ciò che preoccupa molti esperti, tra cui Francois Balloux dello University College di Londra. "È una decisione avventata e incosciente. Fare vaccinazioni di massa con un vaccino non testato adeguatamente non è etico", ha detto. Ma dalla Russia incalzano, tanto che il ministro russo della Salute Mikhail Murashko ha definito “assolutamente infondati” i dubbi della comunità scientifica.

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