Coronavirus, immunità possibile anche con test sierologico negativo

Salute e Benessere

I risultati di un nuovo studio del Karolinska Institutet, ancora in fase di prestampa, sembrano suggerire che più soggetti potrebbero aver sviluppato immunità al Sars-CoV-2 rispetto a quanto rilevato dai test sierologici

Secondo un nuovo studio condotto da un team di ricercatori del Karolinska Institutet e dell'Ospedale Universitario del Galles, anche i pazienti asintomatici o con sintomi lievi potrebbero sviluppare una buona immunizzazione contro il coronavirus Sars-Cov2, pur non risultando positivi agli anticorpi nei test sierologici. Nello specifico, gli esperti  avrebbero rivelato nel sistema immunitario di molti pazienti affetti da Covid-19 in forma lieve o asintomatica la presenza di cellule T  specifiche per Sars-Cov2, in grado di attribuire l’“immunità mediata da cellule T”. Secondo i ricercatori, ciò sembra suggerire che più soggetti nella popolazione potrebbero aver sviluppato immunità al Sars-CoV-2 rispetto a quanto rilevato dai test sierologici. I risultati ottenuti sono stati descritti su bioRxiv, un sito che traccia gli articoli scientifici prima della loro pubblicazione. 


Lo studio nel dettaglio 

 

"In questo studio abbiamo utilizzato un approccio sistematico per mappare le risposte immunitarie cellulari e umorali contro Sars-CoV-2. Gli individui nella fase convalescente dopo una sintomatologia nulla o lieve hanno mostrato solide risposte delle cellule T mesi dopo l'infezione, anche in assenza di anticorpi circolanti rilevabili specifici per Sars-CoV-2”, ha spiegato Andrè Perez-Potti, tra gli esperti che hanno condotto lo studio. 

Nel documento i ricercatori precisano che le analisi delle cellule T sono più complicate da eseguire rispetto ai test sierologici. Ragion per cui vengono solitamente effettuate solo in laboratori specializzati. Dallo studio condotto su oltre 200 pazienti è emerso che “non erano solo le persone con Covid-19 accertato a mostrare l'immunità delle cellule T, ma anche molti dei loro familiari asintomatici esposti", ha aggiunto Soo Aleman. "Ora devono essere condotti studi più ampi e più longitudinali sia sulle cellule T che sugli anticorpi per capire quanto è lunga l'immunità e come sono collegati questi diversi componenti dell'immunità COVID-19", afferma Marcus Buggert.

Stando a quanto emerso finora, la presenza di cellule T specifiche contro il nuovo coronavirus nel sistema immunitario dei pazienti potrebbe attribuire loro un'immunità a lungo termine. 

Luca Zaia

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