Coronavirus, l’Ecdc: improbabile immunità di gregge entro l'inverno

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Lo ha sottolineato l’ultimo rapporto dell’European Centre for Disease Prevention and Control che ha segnalato anche che il picco dell'emergenza è stato superato ma la pandemia non è finita. Specificando anche che un “aumento dei casi è probabile nelle prossime settimane”

La prima ondata di contagio di Covid-19 ha superato il suo picco in tutti i Paesi europei, tranne in Polonia e Svezia, ma la pandemia non può essere considerata terminata, anzi "previsioni ipotetiche indicano che un aumento dei casi è probabile nelle prossime settimane". A dirlo, nell’ultimo rapporto pubblicato è l’Ecdc, l’European Centre for Disease Prevention and Control che ha spiegato anche come sia "molto improbabile che in Europa ci sarà un'immunità di gregge contro il coronavirus entro il prossimo inverno". Gli esperti lo hanno affermato passando in rassegna i risultati delle prime indagini sierologiche condotte in alcuni Paesi, dove la prevalenza più alta riscontrata è del 6%. Nella tabella sul bollettino sono riportati i risultati di undici studi, su una popolazione variabile tra i 269 dell'indagine fatta in Austria e i 60mila di quella in Spagna. La proporzione di test sierologici positivi più alta riscontrata è quella dell'analisi fatta in Inghilterra, che ha trovato un 8,5% del campione con gli anticorpi contro il Covid-19. Proprio in Spagna si arriva a un 5% di prevalenza, in Belgio del 6%, mentre nel nord Europa i valori trovati sono più bassi, come testimonia l'Olanda che in una analisi sui donatori di sangue ha trovato un 2% di prevalenza del virus. "Tutti gli stati europei hanno un basso livello di positività al Covid-19 e con gli attuali andamenti della trasmissione, è improbabile che i livelli di immunità di popolazione raggiunti nell'inverno 2020-2021 saranno sufficienti per una protezione indiretta", hanno spiegato gli esperti nel report. 

I numeri in Europa

Dal 31 dicembre 2019 al 9 giugno 2020, segnala ancora il documento, sono stati rilevati in tutto il mondo 7.069.278 casi di Covid-19, tra cui 405.587 decessi. I paesi dell’Ue ed il Regno Unito hanno riportato 1.444.710 casi (il 20% del totale), inclusi 169.207 decessi (il 42% del totale). Proprio dal 9 giugno, osserva l'Ecdc, nei Paesi europei l'incidenza della malattia risultava diminuita dell'80% rispetto al picco del 9 aprile scorso, sostanzialmente grazie al distanziamento sociale e alle altre misure adottate dalle autorità sanitarie. Gli esperti, ad oggi, segnalano dunque una tendenza alla diminuzione dell'incidenza della malattia, ma alcuni Stati membri dell’Unione Europea segnalano ancora focolai. Gli studi siero-epidemiologici suggeriscono inoltre che l'immunità delle popolazioni resta bassa. Nell’ambito di questo scenario è probabile così "un aumento dei casi nelle prossime settimane".

Necessari continui sforzi

“Tutti i Paesi che hanno attuato la quarantena hanno avviato un allentamento totale o parziale di queste misure e molti hanno consentito una riapertura totale o parziale di piccoli negozi al dettaglio e altri spazi pubblici”, si legge nel rapporto. Al momento, poco prima del periodo delle vacanze estive ed in virtù delle decisioni degli Stati membri, gli esperti dell’Ecdc scrivono che esiste il rischio che le persone non aderiscano fermamente alle misure raccomandate ancora in vigore, a causa di quella che viene definita "fatica da isolamento". Proprio per questo motivo, “sono necessari continui sforzi per garantire che le rimanenti misure di controllo legate al distanziamento e di prevenzione delle infezioni fisiche continuino a essere osservate per limitare la diffusione della malattia. La pandemia non è finita”, è l’appello degli esperti.

Controlli rigorosi

L'Ecdc, infatti, raccomanda alle autorità nazionali di adottare una strategia con monitoraggio rigoroso della situazione epidemiologica, test completi a tutti gli individui che presentano sintomi compatibili con il Covid-19, tracciamento dei contatti e una comunicazione che ricordi ai cittadini che la pandemia non è ancora alle spalle, con pochi messaggi chiave: “non abbassare la guardia e adeguarci a una nuova normalità, perché le nostre azioni ci danno il potere di controllare la diffusione del virus”.

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