Coronavirus e lockdown, rischio ricaduta o peggioramento di anoressia e bulimia

Salute e Benessere

Gli esperti dell’Iss aggiungono che i soggetti con questi disturbi alimentari corrono un rischio maggiore di contrarre un’infezione da Covid-19, legata alla possibile presenza di varie comorbidità

Per chi soffre di bulimia e anoressia, l’esperienza del lockdown può essere particolarmente provante. Non solo questi soggetti corrono un rischio maggiore di contrarre un’infezione da Covid-19 (segui la DIRETTA di Sky TG24), ma possono anche andare a incontro a ricadute e peggioramenti dei loro disordini alimentari o sviluppare un disturbo di dipendenza ex novo. A spiegarlo è Roberta Pacifici, direttrice del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). L’esperta sottolinea che nell’attuale contesto di emergenza è ancora più importante identificare le strutture di cura per chi soffre di disturbi alimentari.

I rischi associati ai disturbi dell’alimentazione

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“I disturbi dell’alimentazione sono spesso associati a comorbidità che possono essere fattori di rischio ulteriori per l’infezione da coronavirus Sars-CoV-2”, spiega Pacifici, per poi aggiungere che “a causa dell’emergenza, vi è una difficoltà a mantenere e incrementare l’offerta di trattamenti psicologici e psichiatrici”. L’Iss sottolinea, inoltre, che chi soffre di disturbi dell’alimentazione “è a rischio di squilibri metabolici, che possono aumentare il rischio di insufficienza respiratoria e di arresto cardiaco”. La malnutrizione comporta anche una “riduzione delle riserve di grasso corporeo e un eventuale malfunzionamento intestinale, che influenzano la capacità del corpo di difendersi dalle infezioni”. 

Le possibili conseguenze del lockdown

 

Come spiegano gli esperti dell’Iss, l’isolamento sociale può incrementare il rischio di ricaduta o peggiorare i disturbi dell’alimentazione per diversi motivi. “La paura di un contagio è spesso associata alla sensazione di non avere il controllo della situazione, che conduce a un ulteriore aumento delle restrizioni alimentari o, all’opposto, a un aumento degli episodi di alimentazione incontrollata”. Le abbuffate sono facilitate dalle abbondanti scorte alimentari presenti nelle abitazioni dall’inizio del lockdown e “alimentano una serie di meccanismi per il controllo del peso, come il vomito indotto”. La situazione è resa ancora più grave “dall’impossibilità di garantire condizioni di sicurezza per pazienti e personale sanitario durante la pandemia”. L’emergenza sanitaria ha reso ancora più centrale il progetto “Manual”, realizzato dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Iss, in collaborazione con il Ministero della Salute, esperti Regionali, società scientifiche e associazioni di settore, per realizzare una mappatura territoriale dei centri dedicati alla cura dei disturbi alimentari. 

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