Dalla Francia: nicotina frena il coronavirus. L'Oms ribadisce i rischi per i fumatori

Salute e Benessere

Gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno ribadito che la pratica sia nociva dopo che dalla Francia erano sopraggiunte alcune notizie secondo cui la nicotina potrebbe avere un effetto protettivo dall’infezione  

“Il fumo danneggia i polmoni e altre parti del corpo e ti rende più vulnerabile all'infezione da Covid-19. È il momento giusto per smettere di fumare per salvaguardare la salute”, sono queste le parole, apparse sui vari canali social ufficiali, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dopo che dalla Francia erano sopraggiunte alcune notizie secondo cui la nicotina potrebbe avere un effetto protettivo dall’infezione di nuovo coronavirus. “L'industria del tabacco sta creando polemiche e confusione riguardo l'uso di nicotina e prodotti legati al tabacco e il Covid-19. Gli esperti sanitari hanno avvertito che i fumatori con Covid-19 probabilmente soffrono di condizioni più gravi rispetto agli altri e che queste potrebbero portare a morte prematura”, prosegue l'Oms.

La teoria di un ospedale francese

L’ipotesi sulle presunte proprietà della nicotina, di cui parla anche “Le Monde” in un articolo, è seguita ad uno studio condotto da un team di esperti dell’ospedale parigino La Pitié Salpêtrière che ha segnalato come il tasso di fumatori tra i pazienti infetti da Sars- CoV-2 su un campione di 350 pazienti fosse molto basso, circa il 5% del totale. Ora, per verificare le loro tesi, gli esperti dell’ospedale parigino condurranno alcuni test con cerotti alla nicotina. “Le Monde” cita anche uno studio cinese pubblicato alla fine di marzo sul “New England Journal of Medicine” che aveva preso in esame un campione di più di 1000 persone infette. Ne era emerso che la percentuale di fumatori fosse del 12,6%, molto inferiore, per esempio, rispetto alla percentuale di fumatori totali registrata in Cina (28%).

Il parere degli esperti

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha però voluto sgombrare il terreno da dubbi sul tema e anche alcuni esperti hanno confermato la posizione dell’Oms. "È pericoloso anche solo ventilare che una pessima abitudine, come il vizio del fumo, possa aiutare a fronteggiare quella che oggi è la principale emergenza epidemica", ha detto all'Agi Giovanni Maga, direttore dell'Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pavia. Di recente, anche il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità si erano espressi sul tema. In un articolo apparso proprio sul sito del Ministero, gli esperti hanno detto che “i fumatori potrebbero essere più vulnerabili a contrarre l'infezione da nuovo coronavirus rispetto ai non fumatori. Questa maggiore vulnerabilità deriverebbe dall’atto stesso del fumo: le dita, ed eventualmente le sigarette contaminate, arrivano a contatto con le labbra e questo aumenta la possibilità di trasmissione del virus dalla mano alla bocca”.

I rischi per i fumatori

I fumatori, avevano aggiunto poi ancora gli esperti, a causa del fumo possono anche avere una malattia polmonare sottostante o una ridotta capacità polmonare e questo aumenterebbe notevolmente il rischio di sviluppare forme di malattia gravi, come la polmonite. Inoltre era stato segnalato che, secondo studi recenti condotti in Cina, esisterebbe un aumento significativo del rischio, pari ad almeno 3 volte, di sviluppare “polmonite severa da Covid-19 in pazienti con storia di uso di tabacco rispetto a non fumatori”.  

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