Coronavirus, Iss: animali domestici non diffondono il virus ma potrebbero ammalarsi
Salute e BenessereUn rapporto dell’Iss ribadisce che non esistono “evidenze che gli animali da compagnia abbiano un ruolo epidemiologico nella diffusione del virus all’uomo ma esiste la possibilità che possano contrarre l’infezione attraverso il contatto con persone affette da Covid-19”
“Non esistono evidenze che gli animali da compagnia abbiano un ruolo epidemiologico nella diffusione del virus all’uomo, ma esiste la possibilità che possano contrarre l’infezione attraverso il contatto con persone affette da Covid-19 e sviluppino occasionalmente la malattia”. Questi sono alcuni dei punti chiariti dall’Istituto Superiore di Sanità in un nuovo rapporto tecnico, realizzato dal Gruppo Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare, nel quale gli esperti ribadiscono l’importanza di continuare a garantire il benessere e a prendersi cura della salute dei propri animali domestici anche in questo periodo di emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di Covid-19. Il rapporto con gli amici a quattro zampe è importante per il benessere dei membri del nucleo famigliare, soprattutto in queste settimane in cui alla popolazione è richiesto di restare confinata all’interno delle proprie case.
Animali esposti al contagio da parte dell’uomo e non viceversa
“La diffusione dell’infezione da virus nell’uomo avviene per contatto interumano”, chiariscono gli esperti sul sito ufficiale dell'Iss.
Tuttavia, stando a quanto emerso finora da studi di trasmissione sperimentale di Sars-CoV-2 agli animali, “gatti, furetti e, in minor misura, cani possono contrarre l’infezione” dall’uomo. Come ribadito più volte nel rapporto dell’Iss sono gli animali da compagnia ad essere esposti al contagio da parte dell’essere umano e non viceversa: “Nei pochissimi casi di infezione naturale riportati ufficialmente sinora, si considera che gli animali abbiano contratto l’infezione dall’uomo”.
Gli animali a quattro zampe “possono essere potenzialmente esposti al virus Sars-CoV-2 in ambito domestico e contrarre l’infezione attraverso il contatto con persone infette”. Ragion per cui, gli esperti consigliano nei nuclei famigliari con persone contagiate di adottare misure di riduzione del rischio di esposizione anche per gli animali, quali ridurre il contatto e utilizzare misure di igiene e protezione nel loro accudimento.
“Il rischio reale di esposizione degli animali è considerato assimilabile a quello cui sono esposte le persone che vivono nel medesimo nucleo abitativo e dipende da numerosi fattori quali la prossimità, la durata e la frequenza dei contatti tra gli animali e le persone infette”, aggiungono gli esperti.