La carenza, che potrebbe pregiudicare il ripristino delle attività mediche dopo la fine della fase di lockdown, è stata segnalata dal segretario della FIMMG, Silvestro Scotti e dal presidente dell'Associazione Nazionale Dentisti Italiani, Carlo Ghirlanda
Per i medici di famiglia e per gli odontoiatri è "impossibile" avere a disposizione mascherine e altri dispositivi di protezione dal momento che risultano "irreperibili sul mercato abituale" in virtù delle ordinanze che centralizzano acquisizioni ed acquisti alla Protezione civile. A sostenerlo sono il segretario della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, Silvestro Scotti e il presidente dell'Associazione Nazionale Dentisti Italiani, Carlo Ghirlanda, che hanno lanciato l’allarme per le rispettive categorie, sottolineando come ciò possa mettere a rischio la ripresa delle loro attività.
Possibili interruzioni di servizio
Entrambi hanno deciso di lanciare un appello ai commissari Arcuri e Borrelli e al ministro della Salute, Roberto Speranza, specificando come questa carenza possa compromettere il futuro e normale svolgimento dell’attività medica. "Nell'ottica di una possibile progressiva riduzione delle misure di distanziamento e del lockdown, dal 3 maggio, tale carenza potrebbe comportare il rallentamento o addirittura l'interruzione forzosa di tutte le attività mediche e odontoiatriche, di cura e di prevenzione svolte dai medici e dagli odontoiatri, non comprese nei livelli essenziali di assistenza garantiti, con grave danno per tutti i pazienti", hanno detto Scotti e Ghirlanda.
La tutela del personale medico
Il pensiero va soprattutto ai singoli medici, da tutelare perché "non possiamo consentire che altri professionisti sanitari possano correre il rischio di ammalarsi di Covid-19 allungando in questo modo l'elenco dei colleghi deceduti perché sprovvisti di dpi adeguati, né di esporre al medesimo rischio il nostro personale, i nostri familiari o i nostri pazienti", dicono in coro. La richiesta per entrambe le categorie è quella che siano rese disponibili significative quantità di dispositivi di protezione individuali o, in alternativa, che “vengano autorizzate le strutture produttive e distributive del comparto a fornire dispositivi a prezzi imposti, vicini a quelli abitualmente praticati nel periodo pre Covid-19, per impedire inaccettabili speculazioni”. A proposito di mascherine, comunque, proprio nella conferenza stampa di oggi 21 aprile presso la Protezione Civile, il commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri, ha affermato che “ci sono 40,3 milioni di mascherine nei magazzini delle Regioni, dato aggiornato a ieri. Servirà per fronteggiare picchi di domanda o rigurgiti dell'emergenza. Continuiamo una massiccia distribuzione, sono soddisfatto della trasparenza delle Regioni che dichiarano di averne un po' più di quelle che gli servono".