Coronavirus, Arcuri: “Sulla fase 2 nessuna decisione frettolosa”

Salute e Benessere

Il contagio si sta attenuando ma “non dobbiamo ancora abbandonare cautela e prudenza”, ha detto il commissario straordinario. Arcuri ha poi parlato anche di tamponi, mascherine e dell’app di tracciamento, confermando che sarà “volontaria”

"Non bisogna prendere alcuna decisione frettolosa, dobbiamo essere ancora più consapevoli e responsabili". Sono queste le parole di Domenico Arcuri, il commissario straordinario all'emergenza coronavirus, che si è espresso a proposito della cosiddetta “fase 2” che seguirà quella dell’attuale lockdown. Nel corso della consueta conferenza stampa presso la Protezione civile, Arcuri ha poi sottolineato che non si deve “abbandonare né la cautela né la prudenza", anche perché il virus non è scomparso ma "è ancora tra noi”, ha detto. “Abbiamo imparato a contenerlo e i nostri concittadini hanno imparato ad attrezzarsi e a fronteggiarlo, a costo di una sostanziale privazione delle libertà e proprio per questo dobbiamo sapere che non è stato sconfitto né allontanato", ha aggiunto il commissario straordinario.

Tamponi e mascherine

Nel corso della conferenza stampa, Arcuri ha poi toccato altri temi caldi, come quello dei tamponi e delle mascherine, spiegando come l'Italia sia il Paese che ha fatto più tamponi in relazione al numero di abitanti: “su ogni 100mila abitanti la Francia ha fatto 510 tamponi, la Gran Bretagna 710, la Spagna 1.990, la Germania 2.063 e l'Italia 2.244", ha detto l’esperto. E non solo perché, ad oggi, vengono distribuiti 250mila tamponi al giorno alle regioni e “l'aumento di quelli eseguiti è del 500% rispetto ad un mese fa: erano 182mila, oggi sono oltre un milione”. Un dato esposto riguarda quindi dispositivi di protezione come le mascherine. “Ci sono 40,3 milioni di mascherine nei magazzini delle Regioni, dato aggiornato a ieri. Servirà per fronteggiare picchi di domanda o rigurgiti dell'emergenza. Continuiamo una massiccia distribuzione, sono soddisfatto della trasparenza delle Regioni che dichiarano di averne un po' più di quelle che gli servono".

I numeri nelle terapie intensive

Arcuri ha poi fornito alcuni dati relativi alle terapie intensive dei nosocomi italiani. "Ci sono ancora 2573 italiani in terapia intensiva, ma ci sono anche 2659 ventilatori che servono a combattere questo virus e a salvare vite. Ieri per la prima volta il numero dei ventilatori ha superato quello dei pazienti in terapia intensiva", ha detto Arcuri, confermando che “i numeri dicono che il contagio si sta attenuando".

L’app di tracciamento sarà volontaria

Il commissario straordinario si è poi soffermato a parlare di app per il contact tracing che, ha detto, risponderà a due requisiti fondamentali: la sicurezza e la privacy e che non sarà obbligatoria. "Ho letto che noi avremo in testa di rendere obbligatoria l’app per i cittadini, questa è una farsa. L’ app sarà e resterà volontaria". Arcuri ha spiegato che i dati anagrafici e sanitari dei cittadini “dovranno essere conservati su una infrastruttura pubblica e italiana, anche perché la privacy e la riservatezza dei dati è un diritto inalienabile ed irrinunciabile". Si tratta, come nel caso dell’app Immuni scelta dal governo italiano, di una modalità che per gli esperti servirà a garantire che in qualche modo vengano conosciuti e tracciati i contatti che le persone hanno, questione che diventa molto importante se qualcuno si contagia. I dati potranno poi essere usati per contenere la diffusione del virus. “In tutto il mondo alleggerire il contenimento significa essere in grado di mappare tempestivamente i contatti delle persone. L'alternativa sarebbe non alleggerire le misure, privandoci di quote importanti della nostra libertà come in queste settimane è accaduto", ha detto Arcuri, entrando poi nel dettaglio. "Un cittadino che scarica l'app sul suo device e ha garantite sicurezza e privacy non può solo produrre un 'alert' verso altri cittadini con cui è stato in contatto, non è sufficiente. Sarà necessario, in tempi ristretti e nelle forme possibili, che la app si possa connettere al sistema sanitario nazionale, che dia informazioni perché si possa intervenire tempestivamente ed efficacemente. Solo così il contact tracing avrà una valenza e non sarà solo un sistema informativo", ha concluso.  

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