App Immuni, i partiti chiedono voto in Parlamento sulla protezione dei dati

Politica

Da Lega a Pd, da Fratelli d’Italia a Forza Italia: le forze politiche sono concordi nel sostenere che l'ordinanza del commissario Arcuri non sia sufficiente e che serva il parere delle Camere. Soprattutto sulle modalità di trattamento dei dati personali

Il governo italiano ha scelto l’app che dovrebbe aiutare il Paese a contenere l’epidemia di coronavirus tenendo traccia dei positivi al Covid-19 (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - “IO RESTO A CASA”). Ma mentre il ministro della Salute Roberto Speranza intervenendo alla trasmissione Circo Massimo spiega che la tecnologia sarà introdotta “nel più breve tempo possibile”, i partici politici chiedono un passaggio in Parlamento. Da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia si chiede che non ci si limiti all’ordinanza firmata dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, e anche il Partito Democratico ha chiesto una legge ad hoc (SORO: POCHI RISCHI PER PRIVACY).

Speranza: “È uno degli strumenti messi in campo”

“Il contratto è stato già firmato, così che si possa accelerare nel più breve tempo possibile”, ha spiegato il ministro Speranza parlando di “Immuni”, l'app sviluppata dalla società italiana Bending Spoons (CHI SONO) insieme con il il Centro medico Santagostino. Tuttavia, ha proseguito il ministro, “l’app è uno degli strumenti: in questa vicenda non c’è una mossa salvifica. Ciascuna di queste mosse è un pezzo di un disegno che il governo sta mettendo in campo. La vera mossa sarà il vaccino” (LE TAPPE DELL'EPIDEMIA - LE FOTO SIMBOLO - LE GRAFICHE CON TUTTI I DATI).

Salvini: “La nostra libertà non è in vendita”

Il leader della Lega Matteo Salvini ha nel frattempo chiesto più “garanzie” per i cittadini italiani. “Un commissario non può certo derogare dai diritti costituzionali senza che sia il Parlamento, e quindi il popolo, a essere investito di decisioni così delicate”, ha detto il segretario del Carroccio. Riprendendo poi alcuni dei dubbi sollevati nel dibattito pubblico sull’app: “Chi gestisce i dati raccolti, dove vengono conservati e per quanto e di chi è la proprietà dei dati? Garantire la protezione di diritti e dati privati degli italiani per la Lega è fondamentale, la strada scelta dal governo è pericolosa. La nostra libertà non è in vendita”.

Meloni: “Passaggio in Parlamento sulla privacy”

Sulla stessa linea il commento, affidato a Facebook, della presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “Benché l’installazione dell’app sia volontaria, quando si entra nella sfera del trattamento dati, soprattutto quelli sanitari, occorre andarci con i piedi di piombo perché il rischio è sempre molto alto”, ha detto, ribadendo anche lei che “un passaggio in Parlamento è d’obbligo”. “Tutti sanno che uno dei più grandi business del nostro tempo sono i dati personali, ed è bene che in un contesto come quello del Covid-19 i dati sensibili dei cittadini siano tutelati e non entrino in nessun modo nelle disponibilità di società private - ha proseguito Meloni -. Auspico che almeno su questa materia il governo provveda subito ad avviare il confronto con il Parlamento”.

Carfagna: “Insieme all’app anche assistenza e visite”

Da Forza Italia è intervenuta Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Fi, che ha sollecitato anche un’integrazione dell’app con un monitoraggio più tradizionale dei pazienti. “Il successo di questa operazione dipende da quante certezze saranno date agli italiani. Se, attraverso ‘Immuni’, uno di noi viene avvertito di essere venuto a contatto con un positivo, non può essere confinato nuovamente in quarantena e lasciato solo: deve ricevere informazioni e assistenza, visite domiciliari, esami di laboratorio”, ha commentato in una nota. Carfagna si è poi allineata alle dichiarazioni di Lega e FdI: “Una decisione come quella di mettere sotto controllo la stragrande maggioranza della popolazione non può essere presa in autonomia da un commissario straordinario né, tantomeno, imposta con Dpcm da una sola parte politica. Il Parlamento ha il dovere, oltre che il diritto, di esprimersi per tutelare, nonostante l'emergenza, i diritti fondamentali degli italiani che è chiamato a rappresentare”.

Delrio: “Si giunga a una norma condivisa”

A chiedere una legge apposita che regoli l’utilizzo dell’applicazione è anche il capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio, che come le opposizioni ha detto di ritenere insufficiente lo strumento dell’ordinanza commissariale. “Si deve procedere in fretta e confrontarsi col governo ma, come in altri Paesi e tenendo conto delle indicazioni del Garante della Privacy, sulla sicurezza dei dati sensibili delle persone tracciate dall’app è necessario che la materia venga esaminata dalle Camere, come già richiesto dalla commissione Trasporti di Montecitorio, nell'auspicio di giungere a una norma condivisa. Vanno assicurati la proprietà e la gestione pubblica dei dati e l’assenza di discriminazioni fra cittadini nel pieno rispetto della privacy”, ha spiegato Delrio. Sempre dal Pd il deputato Filippo Sensi ha detto “no” alle restrizioni ipotizzate per chi non volesse scaricare l’app: “Decisioni che mettano capo a cittadini di serie A e di serie B sono contro la Costituzione. Il sistema a punti lasciamolo ai Paesi autoritari”, ha scritto su Twitter.

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