Depressione, sviluppato un software che aiuta il medico nella scelta della terapia

Salute e Benessere
Depressione (Getty Images)

Messa a punto da un team di ricercatori della SouthWestern University in Texas e della Stanford University in California, la tecnologia basata sull'Intelligenza artificiale è in grado di leggere e interpretare i dati di un'elettroencefalografia 

In futuro i medici potranno contare sull’aiuto di un software per scegliere la terapia più idonea per ogni singolo paziente con depressione.
Messo a punto da un team di ricercatori della SouthWestern University in Texas sotto la guida degli esperti della Stanford University in California, il nuovo sistema basato sull’Intelligenza artificiale è in grado di leggere e interpretare i dati di un EEG (l’elettroencefalografia), un esame che registra l’attività elettrica dell’encefalo tramite l’utilizzo di elettrodi esterni.
Secondo le stime, solo a un paziente con disturbi depressivi ogni tre viene somministrata al primo colpo la terapia giusta. La maggior parte dei pazienti è solita provare più farmaci prima che il medico riesca a identificare il trattamento più efficace. L’utilizzo del nuovo software potrebbe dunque rivoluzionare la cura della depressione, fornendo al personale medico un utile strumento per riuscire a selezionare in tempi rapidi una terapia su misura per ogni paziente. Gli esperti prevedono, entro il 2025, di riuscire a inserire il nuovo software tra gli strumenti utilizzati nella pratica clinica.  

Lo studio nel dettaglio

Per compiere lo studio, descritto sulla rivista specializzata Nature Biotechnology, gli esperti hanno sottoposto 309 pazienti affetti da depressione a un EEG. Dopo il test, a metà dei partecipanti è stato chiesto di assumere quotidianamente un comune antidepressivo. La restante parte del campione è stata trattata con una sostanza placebo.
Sottoponendo i risultati del EEG al vaglio del software, i ricercatori sono riusciti a dimostrare l’accuratezza predittiva del nuovo sistema, che è riuscito a prevedere correttamente quali pazienti avrebbero tratto vantaggio dall’utilizzo del farmaco o dal placebo, riuscendo anche a identificare i partecipanti sui quali sarebbe stato necessario intervenire con altre terapie, quali la psicoterapia o altri interventi non farmacologici.

Prossimi obiettivi

I risultati del test sono stati comprovati da un’ulteriore sperimentazione condotta su altri quattro campioni indipendenti di pazienti.
I ricercatori si augurano di riuscire a ottenere l’autorizzazione per l’utilizzo del software nella pratica clinica.
Un’altra soluzione utile in campo medico prevede l’utilizzo della nuova tecnologia in abbinamento ai comuni apparecchi per l’EEG: sarà così possibile stimare la terapia più adeguata per ogni paziente direttamente al termine dell’elettroencefalografia.

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