Da 306 a 335: aumentano in Italia gli ospedali "amici della donna"

Salute e Benessere

Il confronto riguarda il biennio precedente. A stabilirlo è stato l’osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere (Onda) che ha premiato le strutture che offrono servizi dedicati alla cura delle principali patologie dell'universo femminile 

Le strutture ospedaliere “amiche” delle donne, cioè che offrono servizi dedicati alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura delle principali patologie dell'universo femminile, sono sempre più numerose e sono passate, rispetto al biennio precedente, da 306 a 335. A certificarle a premiarle con i “bollini rosa” è stato un evento della Fondazione Onda, l’osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere.

I riconoscimenti

I “bollini rosa”, come si può leggere anche sul portale di Onda, sono il riconoscimento attribuito sin dal 2007 agli ospedali italiani particolarmente vicini alle donne, quelle strutture che offrono servizi dedicati alle principali patologie femminili, riservando particolare attenzione alle specifiche esigenze dell’utenza rosa. Tra l’altro sul sito bollinirosa.it è possibile consultare le schede di tutti gli ospedali con i relativi servizi premiati, esprimere un giudizio in base alla propria esperienza e conoscere i servizi gratuiti offerti in occasione delle varie iniziative proposte. Onda ha rilevato anche che si è assistito a un miglioramento qualitativo delle strutture, visto che gli ospedali che hanno ottenuto il massimo riconoscimento, cioè 3 bollini (tra cui l'ospedale Sant'Anna e il Mauriziano di Torino), sono passati da 71 ai 96 dell’ultimo biennio. Due bollini sono stati assegnati invece a 167 strutture (tra cui l'ospedale Israelitico di Roma) e per altre 72 è stato assegnato un bollino.

Tre menzioni per il Sud

Sono state assegnate poi una serie di menzioni speciali per 10 ospedali che si sono distinti per l'impegno sulla "depressione in un'ottica di genere". Tre ospedali virtuosi menzionati anche per il Sud (C.R.O.B. di Rionero in Vulture, Neuromed di Pozzilli e Rodolico di Catania), in quanto punti di riferimento per le patologie neurologiche e oncologiche. Tra i criteri di valutazione scelti da Onda, la presenza di specialità cliniche che trattano problematiche di salute femminili, percorsi focalizzati sulle caratteristiche psico-fisiche della paziente e infine servizi relativi all'accoglienza e alla degenza della donna.

Il caso della Macedonio Melloni

Di recente, a Milano, è nato il primo “ospedale della donna” in Italia, interamente dedicato alle sue problematiche e malattie, non solo fisiche. Si tratta dell’ospedale Macedonio Melloni, fondato nel 1912 e dal 1971 trasformato in centro a indirizzo ostetrico-ginecologico, dove ogni anno vengono alla luce circa 2mila bambini. Grazie a questa etichetta, il polo ospedaliero milanese allargherà le sue specializzazioni alle quattro fasi della vita di una donna, così come racconta tra gli altri anche il portale della Fondazione Veronesi: sviluppo (11-18 anni), età fertile (19-50 anni), menopausa (45/50 – 65 anni) e senescenza (dai 65 anni). Saranno allo stesso quattro anche le aree terapeutiche individuate per prendersi cura della donna a 360 gradi, ovvero ginecologia, senologia, cardiologia e neuropsichiatria.

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