Bresaola di tacchino Rigamonti ritirata per allergene non dichiarato
Salute e BenessereÈ possibile riconoscere il prodotto, venduto in vaschette da 90 grammi, dalla data di scadenza, 03/02/2020, e dal numero di lotto: 719470311. Il Ministero della Salute invita chi è intollerante al lattosio a non consumarlo
Il Ministero della Salute ha richiamato dal mercato un lotto di bresaola di tacchino della marca Rigamonti per la presenza di latte non indicato in etichetta. È possibile riconoscere il prodotto, venduto in vaschette da 90 grammi, dalla data di scadenza, 03/02/2020, e dal numero di lotto: 719470311. Nell’avviso di richiamo, che riporta la data del 26 novembre, il Ministero della Salute indica che la bresaola di tacchino richiamata dal mercato è stata prodotta da Rigamonti Salumificio Spa, nello stabilimento di via Stelvio 973, a Montagna in Valtellina, in provincia di Sondrio. Il marchio di identificazione del produttore è: IT 83 L CE. Il dicastero invita tutti i consumatori allergici al latte e ai suoi derivati a non consumare il prodotto e a riportarlo nel punto vendita d’acquisto per il rimborso.
L’intolleranza al lattosio
I risultati di uno studio condotto dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) indicano che l’intolleranza al lattosio, spesso confusa con l’allergia al latte, riguarda il 54% della popolazione italiana. Questo disturbo dipende dall’assenza nell’organismo dell’enzima lattasi, responsabile della digestione del lattosio, e si manifesta con gonfiore addominale, senso di pesantezza, stipsi e nausea. Possono verificarsi anche dei sintomi atipici, come eruzioni cutanee, afte, mal di testa e cistiti. A volte l’enzima lattasi è assente nell’organismo dell’individuo fin dalla nascita, ma in altri casi il declino nella sua produzione può essere progressivo: è per questo motivo che alcune persone scoprono di essere intolleranti al lattosio solo una volta adulte. Gli unici esami scientificamente validi che permettono di scoprire la presenza dell’intolleranza sono il breath test e il test genetico. Il primo fornisce una fotografia di come il lattosio viene assorbito dall’organismo, mentre il secondo permette di capire quale tipo di intolleranza è presente nell’individuo. È utile sottoporsi a entrambi i test, in quanto non sempre l’origine del disturbo è genetica.