Prelievi del sangue, i sensori che analizzano il sudore potrebbero sostituirli

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Ansa)

Sono stati sviluppati da un gruppo di ricercatori dell’Università della California a Berkeley. In futuro potrebbero fornire aggiornamenti in tempo reale su problemi di salute come disidratazione e affaticamento 

Buone notizie per chi ha paura degli aghi: in futuro dei sensori cutanei indossabili, sviluppati da un gruppo di ricercatori dell’Università della California a Berkeley, potrebbero rappresentare una valida alternativa ai tradizionali prelievi del sangue. Questi dispositivi, infatti, sono in grado di rilevare le sostanze presenti nel sudore e nei prossimi anni potrebbero non solo sostituire le procedure più invasive, ma anche fornire aggiornamenti in tempo reale su problemi di salute come disidratazione e affaticamento. Collaborando con gli esperti del Centro di ricerca tecnica VTT (in Finlandia), i ricercatori statunitensi hanno sviluppato un metodo che permette una rapida produzione dei sensori, basato su una tecnica simile alla stampa serigrafica.

Il monitoraggio del sudore

Nel corso di un recente studio, i cui risultati sono stati descritti sulla rivista Science Advances, i ricercatori dell’ateneo californiano hanno utilizzato i sensori cutanei per monitorare la velocità del sudore, gli elettroliti e i metaboliti, tramite l’analisi delle traspirazioni di volontari intenti a svolgere un’attività fisica o nei quali la sudorazione era indotta chimicamente. "L'obiettivo del progetto non è solo quello di creare sensori, ma iniziare a fare molti studi e vedere cosa ci 'dice' il sudore", spiega Ali Javey, autore senior dello studio. I sensori ideati dai ricercatori dell’Università della California a Berkeley contengono un tubo microscopico a spirale, capace di assorbire il sudore dalla pelle. Tracciando la sua velocità di movimento, il dispositivo può segnalare quanto una persona sta sudando. Durante lo studio, i sensori sono stati utilizzati anche per confrontare i livelli di glucosio nel sudore e nel sangue in pazienti sani e diabetici.

L’esame del sangue che aiuta a predire l’Alzheimer

Esistono però degli esami per i quali è attualmente impossibile fare a meno di un prelievo del sangue. È il caso di un nuovo test, messo a punto dai ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis, in grado di predire, con una precisione del 94%, chi si ammalerà di Alzheimer molti anni prima della comparsa dei sintomi della malattia. Tramite la spettrometria di massa, questo esame consente la misurazione della concentrazione nel sangue della proteina beta-amiloide, la quale si accumula nel cervello delle persone con l’Alzheimer, circondando e distruggendo le sinapsi. 

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