Alzheimer, creata un’Intelligenza Artificiale capace di prevedere il declino cognitivo

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Getty Images)

È stata messa a punto dai ricercatori del Media Lab del Massachusetts Institute of Technology (Mit). Potrebbe contribuire all’ideazione di nuove terapie e all’individuazione dei pazienti in grado di rispondere meglio a quelle al momento disponibili 

Nel Media Lab del Massachusetts Institute of Technology (Mit) è stato messo a punto un sistema di Intelligenza Artificiale in grado di prevedere il declino cognitivo associato al morbo di Alzheimer nell’arco dei successivi due anni. L’IA potrebbe contribuire all’ideazione di nuove terapie e all’individuazione dei pazienti in grado di rispondere meglio a quelle al momento disponibili. Si tratta di un risultato che varie aziende farmaceutiche hanno provato a raggiungere nel corso degli ultimi anni tramite numerose ricerche: dal rapporto pubblicato nel 2018 dall’associazione delle aziende farmaceutiche americane (Pharmaceutical Research and Manufacturers of America, PhRMA) emerge che sono stati ben 146 gli studi sul tema condotti nel periodo compreso tra il 1998 e il 2017, la maggior parte dei quali infruttuosi.

L’utilità dell’Intelligenza Artificiale

Per ‘imparare’ a prevedere il declino cognitivo, l’Intelligenza Artificiale si è basata sull’Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative (Adni), la più grande banca di dati clinici sulla malattia, contenente le informazioni relative a 1.700 pazienti. "Previsioni accurate del declino cognitivo da sei a 24 mesi sono cruciali per progettare le sperimentazioni cliniche", rileva Ognjen Rudovic, ricercatore del Media Lab del Mit. “Essere in grado di prevedere il declino cognitivo potrebbe ridurre il numero di visite che attualmente i pazienti sono costretti a fare", ha aggiunto l’esperto. Il nuovo sistema potrebbe aiutare anche a ridurre i costi delle sperimentazioni cliniche e a rendere più facile affrontare test su larga scala.

Il nuovo test

Oltre all’Intelligenza Artificiale, anche un nuovo test basato su un prelievo del sangue, messo a punto dai ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis, si è rivelato in grado di predire, con una precisione del 94%, chi si ammalerà di Alzheimer molti anni prima della comparsa dei sintomi della malattia. Tramite la spettrometria di massa, l’esame permette di misurare la concentrazione nel sangue della proteina beta-amiloide, la quale si accumula nell’encefalo delle persone con l’Alzheimer, circondando e distruggendo le sinapsi. 

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