Binge drinking, l'allarme degli esperti sul consumo di alcol tra i più giovani

Salute e Benessere
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Introduzione

Il "binge drinking" o “abbuffata alcolica”, è una pratica piuttosto comune che consiste nell'assunzione di grandi quantità di alcol in un breve lasso di tempo, con l'obiettivo di raggiungere uno stato di ubriachezza. In sostanza si parla di binge drinking quando si consumano più bevande alcoliche in un breve lasso temporale, circa un paio d’ore, fuori dai pasti. Si tratta di una pratica diffusa soprattutto tra i più giovani ed è considerata un comportamento a rischio per la salute e la sicurezza. A conferma di ciò, i dati raccolti dagli esperti che segnalano 39mila casi l’anno in pronto soccorso per binge drinking, con 1 su 10 che è under 14.

Quello che devi sapere

Iniziative per informare i giovani

  • "È urgente cambiare la cultura del bere, avviare in tutte le scuole, a partire dalle elementari iniziative rivolte a informare i più giovani sui rischi dovuti al consumo di alcol perché non hanno la percezione e la consapevolezza di cosa possa loro accadere. Ogni anno per 'binge drinking' si registrano 39mila accessi al Pronto soccorso, il 10% ha meno di 14 anni”. Lo ha confermato all’AdnKronos Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol e del centro di collaborazione Oms per la ricerca sull’alcol, a commento del caso che ah riguardato 10 adolescenti, tutti tra i 13 e i 16 anni, finiti in coma etilico durante una serata di festeggiamenti a Vasto Marina, sulla costiera abruzzese. E di un'adolescente di 13 anni che nella marina di Torchiarolo, in provincia di Brindisi, è stata trovata priva di sensi e soccorsa forse dopo aver partecipato ad una festa in spiaggia a base di alcol.

 

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Cosa fare in caso di ubriachezza

  • Questa situazione, prosegue l’esperto, “è solo la punta di un iceberg perché la maggior parte dei ragazzi intossicati non viene riferito all’attenzione di un intervento medico in ospedale per paura degli amici o vergogna dei genitori, un comportamento che può pregiudicare l’esito del recupero. Ecco perché nelle scuole quando parlo ai ragazzi spiego loro come comportarsi in caso un amico presenti i tipici sintomi di intossicazione e ubriachezza: mai sdraiarlo a terra con la bocca rivolta verso l’alto ma metterlo su un fianco per evitare che il vomito soffochi, farlo camminare e dargli caffè fino all'arrivo dei soccorsi".

 

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Cosa fare in caso di ubriachezza
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Alcuni dati riguardanti l'Italia

  • In Italia, ha sottolineato sul merito l'Osservatorio nazionale alcol dell'Istituto Superiore di Sanità (Ona-Iss) "sono 8 milioni i consumatori a rischio e 4 milioni e 130 mila i 'binge drinker', 780 mila sono consumatori dannosi in necessità di un trattamento clinico di cui solo l'8,1% intercettati dalla sanità pubblica e in cura. Inoltre, degli oltre 4 milioni di binge drinker, “664mila hanno tra gli 11 e i 24 anni”. E non solo, perché “80mila sono nella fascia 11-17 anni” mentre il problema, sottolineano gli esperti “non sono tanto i giovani quanto gli adulti che a loro vendono l’alcol".

La condanna della comunità scientifica internazionale e le linee guida

  • Proprio su questo aspetto la "comunità scientifica internazionale - osserva Scafato - è unanime sul fatto che l'alcol non dovrebbe essere assunto fino ai 25 anni di età, perché dagli 11 ai 25 anni l'alcol interferisce sullo sviluppo sano del cervello, cristallizzando la modalità cognitiva dei giovani in una dimensione di più bassa razionalità, maggiore impulsività e di più bassa percezione del rischio esponendoli a comportamenti che non sarebbero agiti se non ci fosse la presenza di alcol". Tra l’altro, conclude l’esperto, "non esistono quantità di consumo di alcol sicure per la salute. Le linea guida nutrizionali sono tuttavia utili ad accompagnare coloro che scelgono di bere, e parlano chiaro: zero alcol al di sotto dei 18 anni, una unità per donne e anziani due unità per gli uomini perché altrimenti i rischi maggiori sono per incidenti stradali, tumori, malattie epatiche e patologie cardiovascolari”.   

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I fattori di preoccupazione

  • A proposito di “binge drinker” è intervenuto, sempre parlando con l’AdnKronos, Gianni Testino, presidente della Società italiana di Alcologia (Sia). "Ci sono ragazze e ragazzi che se non bevono non identificano la serata con il divertimento, non sapendo che così mettono a rischio la loro salute per il resto della vita. A pagarne le conseguenze soprattutto fegato e cervello", ha spiegato l’esperto. "Preoccupano due fattori: la giovane età e il cattivo esempio dei genitori. Sono tutti minorenni, e su questo la legge parla chiaro, non si possono vendere né distribuire alcolici ai ragazzi che non abbiano raggiunto la maggiore età”, ha commentato Testino. Inoltre, “mi chiedo cosa facciano i genitori, oltre a parlare tanto 'non fare quello' 'stai attento a questo' perché di fatto danno un pessimo esempio ai loro figli" che con la moda del 'binge drinking "rischiano tanto, non avendo ancora maturato quei meccanismi, soprattutto del fegato, per poter eliminare gli effetti dell'alcol".

I fattori di preoccupazione

Quanto serve per smaltire un bicchiere di vino o la birra

  • Restando in tema, Testino ha spiegato che una persona "adulta e sana per 'smaltire' un bicchiere di vino piuttosto che un boccale di birra o un aperitivo alcolico da 40 ml impiega 90 minuti. Mentre nei ragazzi ci vogliono almeno 3 ore. E visto che bevono molto di più di un bicchiere di vino in una serata, occorre essere chiari: il consumo di due unità alcoliche può portare a intossicazione, con effetti negativi sul cervello e sul sistema nervoso”. L'alcol, infatti, “interferisce con la comunicazione tra le cellule cerebrali, compromettendo varie funzioni come il ragionamento, la coordinazione e il controllo dell'umore. In alcuni casi, possono verificarsi blackout e difficoltà di parola. Per recuperare ai danni alle sinapsi hanno bisogno di almeno 10 mesi di totale astensione dall'alcool".

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I danni che si accumulano nel tempo

  • Ma in realtà, conclude Testino, "il recupero non è mai totale e rimangano danni che si accumulano nel tempo: si va dalla riduzione della memoria ad una minore performance psico-fisica fino all'incapacità di formulare pensieri importanti. Se poi all'alcol aggiungono il consumo di cannabis e altre droghe, il quadro peggiora ulteriormente. L'aggressività dei nostri giovani è figlia di questo fenomeno".  Per l’esperto gli under 18 dal "lunedì al  giovedì non bevono ma nel fine settimana assumono 6 unità alcoliche in un'unica occasione di consumo in breve tempo” e, da qui, "il coma etilico che comporta l'ibernazione della capacità di ragionare a causa di un'infiammazione elevatissima del cervello che si estingue ma non in modo totale dopo 10 mesi di rigida astensione alcolica".

I danni che si accumulano nel tempo
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