Memoria, gli odori sgradevoli aiutano a migliorarla

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Getty Images)

È quanto indicano i risultati di uno studio condotto da un team di ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell’Università di New York su dei giovani partecipanti di età compresa tra i 13 e i 25 anni 

Al termine di uno studio condotto su dei giovani di età compresa tra i 13 e i 25 anni, un team di ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell’Università di New York ha scoperto che gli odori sgradevoli possono migliorare la memoria delle persone. Durante la ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine della rivista scientifica Learning and Memory, i partecipanti sono stati sottoposti alla visione di varie immagini mentre indossavano una maschera nasale collegata a un olfattometro, un misuratore dell’olfatto. Nel corso dell’esperimento, i volontari hanno respirato una serie di odori sgradevoli, tra cui quelli del pesce putrefatto e del letame.

Lo svolgimento dello studio

Gli scienziati hanno misurato la sudorazione del palmo delle mani dei giovani valutandolo come un indice di eccitazione cerebrale, una tecnica di ricerca comune usata per confermare la creazione di un’associazione negativa (in questo caso un cattivo odore). Il giorno successivo i ricercatori hanno testato le capacità mnemoniche dei partecipanti e hanno scoperto che sia gli adolescenti sia gli adulti ricordavano meglio le immagini associate a un odore sgradevole. I risultati della ricerca potrebbero aiutare la comunità scientifica a ottenere una migliore comprensione dei meccanismi che regolano l’apprendimento e la memoria.

Gli effetti dell’allenamento sulla memoria

Nel corso di un altro studio, pubblicato sul Journal of the International Neuropsychological Society, i ricercatori dell’Università del Maryland hanno studiato gli effetti sulla memoria di una singola sessione di attività fisica di media o forte intensità. Per farlo, hanno analizzato l’attività cerebrale di un campione composto da individui in salute, di età compresa tra i 55 e gli 85 anni. Ai partecipanti è stato chiesto di ricordare ed elencare i nomi di varie celebrità e persone comuni mentre erano sottoposti a una risonanza magnetica funzionale. L’esperimento è stato ripetuto in due circostanze differenti: in un momento in cui i volontari erano riposati e mezz’ora dopo una sessione di allenamento sulla cyclette. I risultati ottenuti hanno permesso ai ricercatori di stabilire che la rete neurale era molto più attiva dopo l’esercizio fisico. 

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