Tumore polmone, l’immunoterapia aumenta la sopravvivenza dei pazienti

Salute e Benessere
Ricercatrice (Ansa)

In occasione del congresso della Società americana di oncologia clinica sono stati presentati i risultati dello studio di fase III PACIFIC, che ha monitorato 713 pazienti affetti dal carcinoma polmonare non a piccole cellule (Nsclc) ad uno stato avanzato

Nuova svolta nel trattamento dei tumori ai polmoni.
In occasione del congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco), AstraZeneca, una nota società biofarmaceutica, ha presentato i risultati dello studio di fase III PACIFIC, che ha monitorato un campione composto da 713 pazienti affetti dal carcinoma polmonare non a piccole cellule (Nsclc), ad uno stato avanzato e non operabile.
Si tratta della forma più comune di carcinoma polmonare che in Italia colpisce circa 12mila pazienti ogni anno: in totale ne soffrono 35mila persone nella penisola.

Lo studio nel dettaglio

La ricerca, condotta in 235 centri ospedalieri, in 26 paesi ha dimostrato l’efficacia del farmaco immunoterapico durvalumab, sviluppato per riattivare il sistema immunitario contro la neoplasia. Nel corso del test alcuni partecipanti affetti da Nsclc sono stati trattati con il nuovo medicinale, altri con un placebo.
Dallo studio è emerso che il 57% dei pazienti trattati con durvalumab è sopravvissuto a 3 anni dalla sua diagnosi.
Per i partecipanti trattati con placebo la percentuale è al 43,5%.

I commenti degli esperti

I risultati della ricerca “sono estremamente incoraggianti per i pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio III, non operabile, che da 15 anni non avevano a disposizione nessuna nuova arma terapeutica, e confermano durvalumab quale prima immunoterapia a dimostrare un beneficio significativo di sopravvivenza globale”, spiega Giorgio Scagliotti, presidente dell'International Association for the Study of Lung Cancer (IASLC).
“Questi risultati rappresentano un ulteriore esempio del nostro obiettivo di offrire benefici di sopravvivenza a lungo termine ai pazienti che ancora hanno una possibilità di cura”, ha commentato Dave Fredrickson, Vicepresidente esecutivo di Oncology Business. “Siamo ottimisti che questo trend di sopravvivenza continuerà man mano che ci muoviamo verso il termine dei cinque anni in questo setting ad intento curativo”.

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