L’eccessiva sonnolenza diurna dipende anche dai geni

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Immagine di archivio (Getty Images)

È quanto emerge da uno studio, coordinato da Tamar Sofer del Brigham and Women's Hospital di Boston, su due campioni indipendenti di individui, composti rispettivamente da 619 e 483 adulti 

L’eccessiva sonnolenza diurna (Esd) dipende anche dal Dna, in particolare dalle modifiche dell’attività di alcuni geni: lo rivela un nuovo studio pubblicato sulla rivista di settore Sleep. Questo disturbo colpisce una persona su cinque e rende difficile svolgere le normali attività quotidiane, come lavorare, guidare e parlare. Alla ricerca, coordinata da Tamar Sofer del Brigham and Women's Hospital di Boston, hanno partecipato due campioni indipendenti di individui, composti rispettivamente da 619 e 483 adulti. L’attenzione degli esperti si è concentrata su una modifica epigenetica del Dna nota come ‘metilazione’, ossia l’aggiunta di un gruppo metile a una base azotata. Questo processo riduce l’attività dei geni.

L’influenza dei fattori ambientali sul Dna

La metilazione può essere influenzata da fattori ambientali potenzialmente modificabili, come la dieta e l’esposizione all’inquinamento. Durante lo studio, i ricercatori sono riusciti a individuare almeno 14 modifiche epigenetiche associate alla sonnolenza diurna eccessiva, alcune delle quali erano a carico di geni già noti per svolgere un ruolo nel sonno. Questi risultati aprono le strade a nuove ricerche volte a studiare l’influenza dei fattori esterni, come delle abitudini alimentari scorrette, sul Dna e sullo stato di veglia diurno.

Il legame tra il riposo notturno e le prestazioni lavorative

Un altro studio, condotto da un gruppo di ricercatori della University of Florida, ha recentemente dimostrato che le interruzioni del riposo notturno possono influire negativamente sulle prestazioni lavorative. Bastano 16 minuti di sonno perso per essere meno lucidi e concentrati. Per giungere a questa conclusione, il team di ricerca, coordinato da Soomi Lee, ha sottoposto per otto giorni consecutivi 130 impiegati nell’ambito dell’Information Technology con almeno un figlio in età scolare a un questionario sulla qualità del sonno e sull’andamento della giornata lavorativa. I dati raccolti hanno permesso agli esperti di associare le interruzioni del riposo notturno a dei problemi cognitivi e a un aumento dei livelli di stress. 

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