Lo smog genera 4 milioni di casi di asma infantile nel mondo ogni anno
Salute e BenessereUno studio pubblicato su The Lancet Planetary Health stima i casi annuali di asma infantile dovuti all’inquinamento da veicoli: a Milano, quasi un episodio su 3 porta la firma dello smog
Ogni anno, sono 4 milioni i nuovi casi di asma infantile in tutto il mondo legati allo smog generato dal traffico di veicoli, non soltanto nelle grandi città. La stima arriva da un nuovo studio pubblicato sulla rivista The Lancet Planetary Health, che ha visto i ricercatori impegnati nel valutare quanti episodi della malattia respiratoria fossero attribuibili al biossido di azoto (NO2) in 194 paesi e 125 tra i principali centri urbani. Stando ai risultati ottenuti, l’inquinamento associato alle sostanze emesse dagli scarichi di automobili e altri mezzi porterebbe a circa il 13% dei casi annuali di asma infantile a livello globale.
Asma infantile e smog: il legame in Italia
Secondo la ricerca finanziata dalla George Washington University, che ha combinato i dati dell’inquinamento da biossido di azoto con i tassi di incidenza di asma infantile e il numero di abitanti delle aree osservate, in Italia tra l’11 e il 15% dei nuovi casi della malattia respiratoria nei soggetti tra 1 e 18 anni sarebbero causati dallo smog. Andando a considerare soltanto i centri urbani, però, l’incidenza annuale dell’inquinamento da veicoli sull’asma infantile salirebbe tra il 41 e 50%. In effetti, ad esempio, Milano presenterebbe una delle situazioni più allarmanti nel Belpaese: nel capoluogo milanese, analizzato nella lista delle 125 principali città a livello globale, circa il 28% dei nuovi episodi asmatici diagnosticati ogni anno nei giovani sarebbero da attribuire allo smog dovuto al traffico.
Linee guida Oms da rivedere
A livello mondiale, l’America Latina andina, il Nord America e l’Asia pacifica sarebbero le aree nelle quali lo smog influisce maggiormente sulla malattia respiratoria dei giovani. Le città in cui i ragazzi rischiano di più in virtù dei biossido di azoto sarebbero invece Lima, Shanghai e Bogotà. Inoltre, all’interno dello studio gli autori notano che, sorprendentemente, molti dei luoghi nei quali è stata rilevata un’alta incidenza dell’inquinamento da traffico sui nuovi casi di asma infantile presentano concentrazioni di NO2 addirittura più basse di quelle fissate dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo porta i ricercatori a concludere che l’agenzia dell’Onu dovrebbe “rivedere l’adeguatezza” di queste indicazioni, poiché “una parte sostanziale dell’incidenza dell’asma infantile potrebbe essere evitata riducendo l’inquinamento dovuto al NO2 sia nei paesi sviluppati che in quelli in fase di sviluppo, specialmente nelle aree urbane”, precisa lo studio.