Fegato grasso, in arrivo nuove terapie a partire dal 2019

Salute e Benessere
Persone in sovrappeso (Getty Images)
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Sono in fase di sperimentazione nuovi farmaci per la cura della Steatosi epatica non alcolica, i cui risultati arriveranno a partire dal prossimo anno 

Sono in arrivo nuove terapie per curare il fegato grasso, noto agli esperti come Steatosi epatica non alcolica (Nash), una malattia dovuta all’accumulo di grassi a causa di un sovraccarico del metabolismo delle cellule nell’organo. Sono infatti in fase di sperimentazione diversi farmaci, i cui risultati saranno nelle mani degli studiosi tra il 2019 e il 2021 e permetteranno loro di procedere allo sviluppo di nuovi trattamenti. È quanto emerso dal Congresso sulla Steatosi epatica, Fegato grasso o Nafl (Non alcoholic fatty liver) organizzato presso l'Università di Milano dal Gis-Nash, il Gruppo italiano di studio della Nash (Non Alcoholic Steato-Hepatitis) nelle malattie infettive, sotto l'egida della Società italiana di malattie infettive (Simit).

In sperimentazione due diversi farmaci

"Ci sono vari farmaci che hanno raggiunto la fase di sperimentazione clinica sull'uomo, per alcuni dei quali sono attesi risultati tra il 2019 e il 2021”, spiega Massimo Galli, presidente della Simit . “Una delle sperimentazioni più vicine a essere completata - continua - riguarda l'impiego del cenicriviroc, un farmaco di cui si sta valutando la capacità di impedire la progressione della Nash attraverso l'inibizione di recettori cellulari implicati nel reclutamento dei macrofagi e nell'attivazione delle cellule stellate del fegato”. L’esperto illustra inoltre come altri studi stiano "saggiando l'efficacia del selonsertib, l’inibitore di un proteina implicata nell'infiammazione e nell'induzione della fibrosi. Il farmaco - conclude Galli - ha dimostrato di avere un effetto favorevole sulla Nash in animali da esperimento”.

Nash prima causa di trapianto di fegato

Carlo Filice, professore di Malattie infettive all'Università di Pavia, rivela che, stando agli ultimi dati rilevati dalla letteratura internazionale, "circa il 30-40% dei pazienti con Nafl sviluppa una Nash, con un rischio di progressione verso un quadro di fibrosi che si aggira intorno al 40-50%". Come spiega il docente, la Nash è "la causa principale per trapianto di fegato”. Nei pazienti che soffrono di questa malattia, "si innescano processi che portano a cirrosi e poi al trapianto". Nel 2020, conclude Filice, ci saranno "3 miliardi di persone che soffriranno di questo tipo di dismetabolismo". 

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