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La vitamina C aiuta a evitare il raffreddore?

Salute e Benessere
Arance (Getty Images)

Alcuni studi hanno parzialmente smentito, ma chi ne assume almeno 200 grammi al giorno può godere di un recupero più veloce dalla malattia 

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Durante l'autunno e l'inverno non è raro ricevere il suggerimento di bere tante spremute di succo d'arancia per diminuire il rischio di prendere un raffreddore. Sembra infatti che la vitamina C contenuta all'interno degli agrumi e di molti altri frutti sia in grado di migliorare le possibilità di evitare i malanni di stagione. Ma è davvero così?
Sono stati condotti trenta studi sul rapporto tra l'assunzione di vitamina C e il raffreddore ed è stato dimostrato come la sua assimilazione non influenzi in alcun modo l'intensità della malattia e il numero di volte in cui si manifesta nel corso dell'anno. L'unico parametro che viene influenzato è la durata del malanno. Chi assume regolarmente almeno 200 grammi di vitamina C al giorno guarisce più in fretta di chi inizia a prenderla dopo che si sono manifestati i primi sintomi del raffreddore. Si tratta però di differenze trascurabili, pari a circa mezza giornata per gli adulti e un giorno per i bambini. Anche il tempo trascorso lontano da scuola o dal posto di lavoro è leggermente inferiore.

Gli integratori di vitamina C

Chi fa ricorso a degli integratori di vitamina C deve prestare attenzione, perché possono aumentare il rischio di calcoli renali negli uomini e non dovrebbero essere assunti da chi soffre di Emocromatosi, in quanto incrementano l'assorbimento del ferro.
Per le persone iperattive, come i maratoneti e i soldati, assumere vitamina C riduce della metà il rischio di un intasamento delle vie respiratorie.
Alcuni studi hanno inoltre dimostrato che 200 grammi di vitamina C al giorno possono aiutare i malati di polmonite a evitare il raffreddore.

Lo zinco

Oltre alla vitamina C, esistono altre sostanze comunemente associate alla lotta contro il raffreddore. Una di esse è lo zinco e in effetti chi ne assume almeno 75 grammi entro 24 ore dal manifestarsi dei primi sintomi della malattia può ridurne la durata di circa due giorni. Non è invece utile a prevenire l'insorgere del malanno.
Un altro test ha calcolato la frequenza del raffreddore di un gruppo di persone che ha mangiato aglio per 12 giorni e di un secondo gruppo che nello stesso periodo di tempo ha assunto un placebo. I risultati mostrano che gli appartenenti alla prima categoria si sono ammalati meno spesso.