Si tratta di un meccanismo di difesa del corpo contro l'aria fredda: per renderla accettabile per i polmoni, l'organismo la inumidisce e riscalda
Ogni anno col finire dell'estate le malattie da raffreddamento si riaffacciano puntuali in un crescendo che vede la sua apoteosi con l'arrivo dell'inverno. Stando ai risultati di una ricerca condotta negli Usa, l'aumento del numero di volte in cui ricorriamo ai fazzoletti di carta dipende da una reazione fisiologica al freddo che ci fa colare il naso. Chi è affetto da allergie e riniti sperimenta con maggior forza il fenomeno, che interessa una fascia della popolazione mondiale che va dal 50 al 90%.
Come il naso trasforma l'aria
Con l'abbassarsi delle temperature l'aria diventa più fredda e secca. Come spiega David King dell'università del Queensland, le mucose del naso cercano di renderla calda e umida, in modo da non irritare i polmoni. Nella parte posteriore del naso, normalmente la temperatura si aggira tra i 26 e i 30 gradi e l'umidità è molto elevata.
Il meccanismo di difesa
L'aria fredda stimola i nervi interni al naso, che mandano un messaggio al cervello. La risposta è l'incremento di afflusso sanguigno che aiuta a riscaldare l'aria in entrata. Inoltre, viene innescato un meccanismo che porta ad un aumento delle secrezioni di muco, che permette di umidificare maggiormente l'ambiente. L'ultima reazione innescata dall'aria gelida coinvolge anche il sistema immunitario e le sue cellule presenti nelle cavità nasali, più sensibili nei soggetti asmatici e allergici. In queste condizioni si possono perdere dai 300 ai 400 ml di liquidi ogni giorno, solo per assicurare la giusta umidità e temperatura all'aria che immettiamo nei polmoni. Quando poi il sistema è sovrastimolato, ecco che il naso inizia a colare per eccesso di produzione di muco.