Vaccini, su YouTube il 70% dei video contiene fake news su autismo

Salute e Benessere
(archivio Ansa)
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Lo rivela uno studio dell'Università di Pisa pubblicato sulla rivista "Human Vaccines and Immunotherapeutics". Per gli esperti in Italia la disinformazione sul tema è seguita da un pericoloso abbassamento della copertura vaccinale

In tema di "vaccini e autismo" YouTube è un contenitore di disinformazione. La preoccupante rivelazione emerge da uno studio dal titolo "Misinformation on vaccination: A quantitative analysis of YouTube videos" condotto da un team di ricercatori dell'Università di Pisa su video italiani caricati sulla piattaforma.

Il 70% dei video italiani contiene bufale sull'autismo

L'analisi, pubblicata sulla rivista scientifica "Human Vaccines and Immunotherapeutics", è stata condotta su 560 filmati caricati su YouTube in Italia dal 2007 al 2017 e relativi al collegamento tra vaccini e autismo o altri gravi effetti collaterali sui bambini. "Sul totale dei video postati la disinformazione la fa da padrone, con il 70% dei filmati che sostengono la bufala del legame fra vaccini e autismo", ha spiegato Luigi Lopalco, direttore del centro interdipartimentale ProSIT, che ha coordinato lo studio insieme ad Annalaura Carducci, direttore dell'Osservatorio della comunicazione sanitaria (Ocs). Secondo quanto evidenziato dai ricercatori, particolarmente preoccupante sarebbe il tono dell'informazione sul tema, definito "principalmente negativo". Altro aspetto allarmante indicato dagli scienziati è l'assenza sulla piattaforma di materiale proveniente dall'informazione istituzionale. La ricerca pronostica una sorta di "effetto valanga" che sarebbe provocato dall'aumento del numero annuale di video caricati riguardanti l'argomento. Nei primi sette mesi del 2017, svelano gli studiosi, tale aumento ha raggiunto un picco di 224 filmati caricati.

La sfiducia degli italiani

Secondo Lopalco, a partire dal 2012 si è assistito in Italia a un calo della fiducia nelle vaccinazioni che si è tradotto in una pericolosa diminuzione dei livelli di copertura vaccinale. "Da questo punto di vista - ha affermato lo scienziato - la disinformazione diffusa ad arte su internet sembra essere un fattore determinante considerato che moltissime persone usano il web come fonte di informazione". Dall'analisi è emerso che nel 2016 il 42,8% dei cittadini italiani ha utilizzato internet per informarsi sui vaccini. Quella del gruppo di ricerca pisano non è la prima ricerca sul rapporto tra web e vaccini. Già in un articolo pubblicato nel 2017 sulla rivista scientifica "Vaccine" alcuni scienziati avevano osservato un legame fra il calo delle vaccinazioni contro morbillo, parotite e rosolia e, in quel caso, una notizia di cronaca diffusa attraverso siti web italiani di disinformazione antivaccinista a partire dal 2012. In particolare - ha ricordato l'Università di Pisa - si trattava di una sentenza del Tribunale del Lavoro di Rimini che aveva accordato l'indennizzo per danno da vaccino ad una famiglia di un bambino affetto da sindrome dello spettro autistico. La sentenza fu poi ribaltata in Appello, ma la notizia ebbe comunque un'enorme risonanza sui social media e sul web. "Queste ricerche - ha concluso Lopalco - rappresentano dunque un invito urgente alla sanità pubblica a prestare più attenzione verso Internet e i nuovi media per contrastare la disinformazione, dare risposte affidabili e supportare i cittadini verso una corretta scelta vaccinale".

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