Il calore per curare il diabete di tipo 2, nuova tecnica allo studio
Salute e BenessereLa sperimentazione è stata avviata dall'Istituto Humanitas, assieme al Policlinico Gemelli di Roma. Il trattamento prevede il "ringiovanimento della mucosa duodenale" per via endoscopica
Curare il diabete di tipo 2 attraverso il calore. Questo l'obiettivo di una nuova tecnica la cui sperimentazione è stata avviata dall’Humanitas Research Hospital di Rozzano assieme al Policlinico Universitario "A. Gemelli" di Roma. Questa cura mira a risolvere la patologia con "un unico trattamento per via endoscopica", che determina il "ringiovanimento della mucosa duodenale". Il DMR, acronimo della nuova tecnica, verrà presentata al Congresso internazionale di Endoscopia, previsto per il 15 giugno.
In cosa consiste la nuova tecnica
La tecnica, sviluppata dalla azienda statunitense Fractyl Laboratories Inc., ha già "mostrato risultati positivi sui 100 pazienti coinvolti nelle prime fasi di studio - spiega una nota del Policlinico Gemelli -. Grazie a questa tecnica sarebbe possibile ridurre e poi stabilizzare in maniera potenzialmente definitiva la glicemia, evitando al paziente la continua e crescente assunzione di farmaci, che negli stadi più avanzati comporta la somministrazione di insulina più volte al giorno". Il ringiovanimento della mucosa duodenale, che è il rivestimento del primo tratto dell'intestino tenue, viene effettuato usando il calore, che va ad ispessire e rigenerare la mucosa dell'intestino attraverso un'operazione chirurgica mininvasiva in endoscopia. Questo processo ripristina la normale composizione degli ormoni prodotti dall'intestino, che vanno a migliorare anche il controllo della glicemia.
La sperimentazione della DMR
La nuova fase di sperimentazione prevede un trial multicentrico (REVITA-2) che coinvolgerà per l’Italia l’Università Cattolica e la Fondazione Policlinico Gemelli di Roma e l’Humanitas Research Hospital di Rozzano. Nella sperimentazione sono coinvolti più di quindici altri centri ospedalieri europei di eccellenza in Regno Unito, Belgio e Germania. Verranno coinvolti 100 pazienti tra i 28 e i 74 anni, affetti da diabete di tipo 2. Nella seconda parte dell'anno la sperimentazione verrà poi spostata oltreoceano, negli Stati Uniti. “Ci auguriamo risultati definitivi degli studi attualmente in corso entro un paio di anni” spiega la professoressa Geltrude Mingrone, direttore dell’Unità Operativa Complessa Patologie dell'obesità del Gemelli e docente di Medicina interna e geriatria all’Università Cattolica. La DMR è stata reputata innocua e sicura; davanti a risultati positivi, l'uso potrebbe essere esteso a tutti quei pazienti che oggi devono controllare la glicemia attraverso i farmaci.
Oltre 300 milioni di pazienti
Il diabete di tipo 2 è una patologia che si manifesta in età adulta, conseguenza di stili di vita errati, soprattutto in relazione all'alimentazione e alla sedentarietà. Secondo i dati riportati dal Policlinico Gemelli si stima che nel mondo ne siano affette 285 milioni di persone, 4 milioni solo in Italia (il 90% soffre di diabete di tipo 2). Le cause scatenanti di questa patologia non sono univoche, ma la scienza ha stabilito una correlazione tra predisposizione genetica, obesità, stile di via sedentario e diete ricche di zuccheri e grassi. Su quest'ultimo punto la ricerca ha dimostrato che questo stile alimentare muta la mucosa duodenale, alterando anche il segnale ormonale che regola la glicemia. In questo modo si crea una resistenza all'ormone insulina e poi una disfunzione delle cellule del pancreas che producono l'ormone, che culmina nell'insorgenza del diabete di tipo 2. Oltre all'iperglicemia, le conseguenze possono essere gravi: insufficienza renale, cecità, amputazione degli arti (specie in casi di patologia non controllata) fino a sconfinare in demenza e patologie cardiovascolari. Attualmente il diabete di tipo 2 si controlla con farmaci somministrati per via orale, il più usato dei quali è la metformina.