Parkinson, riprodotti in provetta i tremori della malattia

Salute e Benessere
Una ricercatrice studia le cellule nella banca dati virtuale delle staminali a Granada, in Spagna (foto Getty Images)

I ricercatori dell'Università di Buffalo hanno ricostruito le oscillazioni anomale dei neuroni, che si ritiene siano all'origine dei movimenti incontrollati tipici di questa patologia

Importante risultato nella lotta al morbo di Parkinson. Per la prima volta, infatti, è stato possibile riprodurre in provetta i "tremori" di questa patologia che consistono in oscillazioni anomale dei neuroni. Autore di questa scoperta un gruppo di ricerca dell'Università di Buffalo coordinato da Ping Zhong. I risultati di questa indagine scientifica sono stati divulgati in uno studio pubblicato sulla rivista "Cell Reports". Secondo gli esperti, in questo modo, sarà possibile studiare più a fondo il Parkinson e sperimentare nuovi farmaci.

 

I movimenti anomali dei malati di Parkinson

La scienza si occupa da diverso tempo dei movimenti anomali delle cellule nervose nelle persone affette dal morbo di Parkinson. Precisamente da quando si è cominciato a stimolare i neuroni dei pazienti che non avevano più reazioni alle cure. I corpi di ciascuna persona si muovono, infatti, grazie al coordinamento tra i muscoli che si contraggono e quelli che si rilassano. Questo processo dipende direttamente da strutture del cervello chiamate gangli basali. Ecco che quando il sistema nervoso viene colpito dal Parkinson viene a mancare proprio quel coordinamento necessario affinché una persona si possa muovere correttamente. Ciò che i ricercatori di Buffalo sono riusciti a fare è stato ricostruire in laboratorio questo malfunzionamento. E questo potrebbe consentire di individuare una molecola capace di bloccare i "tremori" dei neuroni.

 

L'utilizzo delle cellule staminali

Il gruppo di ricerca guidato da Zhong ha utilizzato per lo studio cellule staminali ottenute a partire da cellule adulte della pelle di persone con il Parkinson. Esse presentavano una mutazione di un gene, la parkina (o parkin). In passato lo stesso gruppo di ricerca aveva già dimostrato che questa mutazione provocava l'insorgere del morbo poiché andava a inibire le funzioni della dopamina necessarie per un normale movimento fisico. Quando non c'è abbastanza dopamina, infatti, si verifica un malfunzionamento nelle neurotrasmissioni tra cellule nervose ed è questo che, in definitiva, secondo gli esperti provocherebbe il Parkinson. Sull'origine di questo deficit di dopamina, in realtà, non c'è ancora accordo: altre ricerche hanno infatti individuato la causa dell'insorgere della malattia nell'intestino, altre ancora in una mancanza della glicoproteina Sv2c.

 

Alla ricerca di cure per il Parkinson

Una volta ottenute le cellule malate, i ricercatori le hanno lasciate moltiplicare in un piattino di coltura, come quelli comunemente utilizzati nei laboratori di biologia. "Abbiamo generato in laboratorio neuroni difettosi simili a quelli che si trovano nel cervello di una persona malata di Parkinson", ha detto un altro autore della ricerca, Jian Feng, del dipartimento di Fisiologia e biofisica della stessa università. "Numerose ricerche e test di farmaci - ha aggiunto - potranno essere adesso condotti grazie a questi neuroni umani per accelerare la scoperta di cure per il morbo di Parkinson".

 

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