Teatro Roma, soci verso un'intesa: ipotesi di un secondo direttore

Lazio
Fondazione Teatro di Roma

Per affrontare il corto circuito istituzionale, dopo un incontro tra Campidoglio, Regione Lazio e ministero della Cultura si è deciso di modificare lo statuto della Fondazione, introducendo un modello di "governance duale" simile a quello presente in altri teatri italiani, De Fusco rinuncerebbe così all'incarico di direttore generale, assumendo invece la responsabilità di direttore artistico per i teatri Argentina, India, Torlonia e del Valle, mentre il Comune nominerebbe Onofrio Cutaia come direttore generale

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Il Campidoglio, la Regione Lazio e il ministero della Cultura sembrano vicini a un accordo riguardo alla controversa nomina di Luca De Fusco a direttore generale e artistico del Teatro di Roma. Secondo fonti non ufficiali, l'intesa prevede la modifica dello statuto con l'introduzione di due incarichi distinti: uno per il direttore generale e uno per il direttore artistico. Secondo questa prospettiva, il regista napoletano rinuncerebbe all'incarico di direttore generale, assumendo invece la responsabilità di direttore artistico per i teatri Argentina, India, Torlonia e del Valle. Questa soluzione consentirebbe al Comune di designare Onofrio Cutaia come direttore generale del Teatro di Roma, un profilo più orientato al management.

La soluzione dopo un incontro tra Gualtieri, Rozza e Sangiuliano

Secondo quanto riporta il Corriere della sera, De Fusco avrebbe già ufficialmente apposto la sua firma sul contratto, sancendo quindi un momento di apparente distensione dopo le recenti tensioni istituzionali. La soluzione, riporta il quotidiano di via Solferino, è arrivata dopo un incontro tra il sindaco Roberto Gualtieri, il governatore del Lazio Francesco Rocca e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Questo compromesso segna un ritorno al dialogo dopo le polemiche scaturite dalla nomina di De Fusco, definita dal sindaco stesso come un "colpo di mano" del centrodestra. La scelta di nominare De Fusco senza il voto di Roma Capitale, socio fondatore della Fondazione insieme alla Regione Lazio, ha generato critiche, ma ora sembra essere arrivato il momento del disgelo.

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Verso la modifica dello Statuto

Durante i sei giorni di intensa discussione, il caso ha coinvolto leader politici e ha acceso un dibattito sulle dinamiche di potere. Tuttavia, la situazione si è placata dopo un incontro a tre tra i soci della Fondazione, contribuendo a stemperare le tensioni. Per affrontare il corto circuito istituzionale, si è quindi deciso di modificare lo statuto della Fondazione, introducendo un modello di "governance duale" simile a quello presente in altri teatri italiani come quelli di Torino e Napoli.

 

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