Luca De Fusco nuovo direttore generale del Teatro di Roma, proteste di politici e artisti

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Ancora polemiche per la nomina arrivata dal Cda della Fondazione con due componenti indicati dalla Regione e uno dal ministero della Cultura, assenti il presidente Siciliano (che parla di atti irregolari) e la consigliera del Comune di Roma di Iorio. Il sindaco Gualtieri si è detto “sconcertato”. Oltre venti artisti e artiste hanno firmato una lettera di protesta. De Fusco: “Visti i miei precedenti risultati, credo io possa dare affidabilità”. Il ministro Sangiuliano: "Scelta meritoria"

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Continuano le polemiche per la nomina di Luca De Fusco a nuovo direttore generale del Teatro di Roma. Nomina arrivata dal Cda della Fondazione, con due componenti indicati dalla Regione e uno dal ministero della Cultura, assenti il presidente Francesco Siciliano e la consigliera del Comune di Roma Natalia di Iorio. Siciliano ha espresso la sua "contrarietà agli atti". Il sindaco della capitale Roberto Gualtieri si è detto “sconcertato”. Oltre venti artisti e artiste, come anticipato da La Repubblica, hanno firmato una lettera di protesta contro la nomina: tra loro Fabrizio Arcuri, Matteo Garrone, Lino Guanciale, Elio Germano, Maddalena Parise e Vinicio Marchioni. Da parte sua, De Fusco si è augurato di "svelenire il clima" e ha rivendicato: "Fare Goldoni o Pina Bausch non è di destra né di sinistra. Esiste il teatro di qualità e il teatro non di qualità. In questi anni ho fatto lavorare tante persone e non ho mai chiesto cosa votassero, non mi sono mai posto questo problema e credo che nessuno se lo debba porre. Visti i miei precedenti risultati, credo che io possa dare affidabilità". Mente il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ospite di Zona Bianca su Rete4, ha spiegato: "De Fusco non è un uomo della destra", per la sua nomina "è stata fatta una scelta meritoria".

La nomina contestata

Per la direzione del Teatro di Roma era in corsa una terna selezionata da una commissione su 42 domande pervenute: i nomi di cui si parlava, messo apparentemente da parte quello di Marco Giorgetti (attuale direttore del Teatro della Toscana e La Pergola di Firenze), erano due e cioè Luca De Fusco (regista e attuale direttore dello Stabile di Catania) e Onofrio (Ninni) Cutaia (ex direttore generale spettacolo dal vivo del ministero e attuale commissario straordinario al Maggio Fiorentino). De Fusco è stato nominato sabato mattina dal Consiglio della Fondazione, al quale non hanno partecipato il presidente Francesco Siciliano e la consigliera del Comune di Roma Natalia di Iorio. "Una riunione invalida", ha subito protestato Siciliano, spiegando di averla "formalmente sconvocata". L'opposizione ha bollato la nomina come "ennesimo episodio di occupazione, da parte della destra, dei luoghi della cultura".

L’ira del Campidoglio

A insorgere è stato anche il Campidoglio: "Nel giorno in cui il presidente della Repubblica lancia un monito contro il pensiero unico nella cultura, dalla destra arriva un inquietante segnale che deve suonare da allarme per quelli che hanno a cuore il pluralismo e il senso delle istituzioni", ha detto il sindaco Roberto Gualtieri. "Sono sconcertato. È un grande atto di arroganza. Una prepotenza politica che conferma il loro deficit istituzionale. Per governare una Fondazione come quella di Roma serve un manager e non un regista come De Fusco", ha aggiunto oggi il primo cittadino su La Repubblica. Gualtieri ha spiegato che aveva proposto Onofrio Cutaia. "Avevo concordato con il ministro Sangiuliano un percorso condiviso, nel metodo e nel merito. Invece poi un deputato ha fatto riunire i consiglieri della destra in una saletta in assenza del presidente e del delegato del Comune di Roma", ha aggiunto. E ha annunciato che il Campidoglio impugnerà la delibera. La consigliera Di Iorio ha poi sottolineato come il teatro sia stato trattato come "una 'azienda di servizio', non una istituzione culturale".

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Le polemiche

"Nessuna forzatura, la riunione era legittima e la nomina assolutamente piena", ha replicato invece Federico Mollicone, responsabile cultura e innovazione di Fdi. "Come potranno confermare gli organismi di vigilanza, la riunione è assolutamente legale in quanto prosecuzione del Cda sospeso nei giorni scorsi dallo stesso presidente. Inopinatamente il presidente Siciliano alle dieci di sera ha mandato una sconvocazione a data da destinarsi del cda già aperto", ha aggiunto. Lo nomina è stata confermata in una nota ufficiale diffusa ieri dalla Fondazione: il cda, "nella seduta del 15 gennaio 2024, proseguita in data odierna e tenutasi alla presenza del collegio dei revisori dei conti, ha deliberato, con il voto unanime dei consiglieri presenti, la nomina di Luca De Fusco a direttore generale della Fondazione per un quinquennio, ai sensi dell'art. 13 dello Statuto dell'ente". Una nomina che "apre una nuova stagione per il Teatro nazionale della Capitale, nel cui alveo i teatri Argentina, India, Torlonia e, dalla fine di quest'anno, il Valle, tornano finalmente alla gestione ordinaria dopo il lungo periodo di commissariamento disposto dal ministero della Cultura". "Mancava il Teatro di Roma e se lo sono preso con un blitz. Ma i Sangiuliano di turno devono sapere che la cultura non ha padroni. È libera e resterà libera nonostante i lanzichenecchi", ha commentato Sandro Ruotolo, responsabile Cultura nella segreteria nazionale del Pd. "Siamo stanchi di dover commentare l'ennesimo episodio di occupazione, da parte della destra, dei luoghi della cultura", ha detto invece Gaetano Amato, deputato M5S in commissione Cultura.

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La nota di Siciliano

Oggi è arrivata anche una nota di Francesco Siciliano. "Oggi ho dovuto rappresentare al consiglio di amministrazione e al Collegio dei sindaci del Teatro di Roma la mia contrarietà agli atti che - da quanto mi è stato riferito - si stanno compiendo in riferimento a Luca De Fusco”, ha scritto il presidente del Teatro di Roma. Ha aggiunto che alcune decisioni calpesterebbero le sue prerogative e ha protestato contro alcuni dettagli relativi al contratto per il nuovo direttore generale. "Ho invitato tutti i consiglieri e i sindaci a intervenire, altrimenti saranno valutate tutte le azioni conseguenti", ha avvertito. E ha precisato: "Non entro nel merito delle qualità di De Fusco. Ma devo entrare nel merito dell'atteggiamento tenuto a proposito della relativa contrattualizzazione. Mi è stato infatti riferito che il consiglio di amministrazione, con un atto oggettivamente senza precedenti, avrebbe deciso di assegnare il potere di sottoscrivere il contratto con Luca De Fusco a un componente del consiglio di amministrazione diverso dal sottoscritto. E ciò, benché le mie prerogative statutarie come presidente della Fondazione impongano al consiglio di amministrazione di rispettare la mia funzione - non sostituibile - di legale rappresentante della Fondazione stessa e, più in generale, di soggetto deputato alla esecuzione delle decisioni del consiglio di amministrazione". Inoltre, continua Siciliano, “da quanto mi è stato riferito sembrerebbe che il consiglio di amministrazione, pur non avendo deliberato né la durata di incarico di Luca De Fusco né ancora il compenso per esso ipotizzato, abbia affidato a uno dei componenti del consiglio di amministrazione una delega in bianco con il compito di individuare simili fondamentali parametri. Quel che è ancora più grave è che sembrerebbe si stia ipotizzando un contratto di cinque anni con 150mila euro di compenso (oltre ai compensi per le regie). Una simile scelta implicherebbe una decisione oggettivamente esorbitante rispetto a una normale progettualità triennale di qualunque teatro e, per di più, risulterebbe sproporzionata rispetto a qualunque limite di ragionevolezza".

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Le proteste degli artisti

Nel pomeriggio, per protestare contro la nomina, c’è stato un presidio di fronte al Teatro Argentina di Roma dal titolo “Il Teatro di Roma è di tutti/e”. Non solo. Come anticipato da La Repubblica, oltre venti "artisti e artiste della città di Roma e del Paese" hanno firmato una lettera di protesta contro la nomina di De Fusco. "La questione cruciale – hanno scritto – è che è stata presa una decisione di questa importanza senza che fosse presente la rappresentanza della città di Roma nelle figure del presidente e della consigliera Di Iorio, rappresentanti del Comune di Roma, socio di maggioranza del cda nonché proprietario del Teatro Argentina, il Teatro India, il Teatro Torlonia e del Teatro Valle". I firmatari della lettera aperta hanno anche sottolineato come, dopo due anni di commissariamento, "la nomina del direttore generale era fortemente attesa ed è decisiva per il rilancio del Teatro della nostra città. Come artiste e artisti auspicheremmo una nomina ampiamente condivisa di figura competente che possa guardare al bene del Teatro e allo sviluppo culturale della città di Roma in tutte le sue componenti. Una figura con una visione ampia e inclusiva, che possa garantire solidità, pluralismo, una profonda conoscenza della macchina istituzionale, del contesto nazionale e internazionale e del diversificato e fecondo territorio romano". Tra i firmatari ci sono Fabrizio Arcuri, Compagnia Timpano/Frosini, Bluemotion, Sylvia De Fanti, Valerio Vigliar, Giorgina Pi, Matteo Garrone, Elio Germano, Lino Guanciale, Fanny e Alexander, Marco Cavalcoli, Chiara Lagani, Luigi De Angelis, Marco Molduzzi, lacasadargilla, Lisa Ferlazzo Natoli, Alessandro Ferroni, Maddalena Parise, Alice Palazzi, Roberto Latini, Lorenzo Letizia, Vinicio Marchioni, Stefano Ricci, Fabrizio Sinisi.

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