Sono state stabilite dai giudici della decima sezione collegiale della Capitale, insieme a 15 sentenze di intervenuta prescrizione, a carico di una banda che operava furti di opere d'arte ai danni di personaggi noti. Tra le vittime anche l'attore e regista Premio Nobel e la moglie Nicoletta Braschi a cui, nel 2010, era stata rubata nella residenza sull’Appia Antica una scultura romana del II secolo, poi ritrovata nel 2019
Pugno duro a carico di una banda che operava furti di opere d'arte ai danni di personaggi noti e in residenze nobiliari della Capitale. Due condanne e oltre 15 sentenze di intervenuta prescrizione sono state stabilite dai giudici della decima sezione collegiale di Roma nell'ambito del processo relativo. Tra le vittime del gruppo criminale anche Roberto Benigni e la moglie Nicoletta Braschi a cui, nel 2010, era stata rubata nella residenza sull’Appia Antica una scultura romana del II secolo.
Le condanne
In seguito ad un’indagine svolta dai carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, l’opera stessa era stata poi ritrovata, nel 2019, in Spagna e riaffidata allo stesso Benigni in favore del quale, proprio i giudici romani, hanno stabilito un risarcimento pari a 20 mila euro. Inoltre, è stata disposta la confisca e la restituzione di tutte le opere sottratte, nel corso degli anni, dal gruppo criminale. Considerando le condanne, una è arrivata per l'antiquario spagnolo Jaume Peix Bagot che aveva acquistato la statua di proprietà di Benigni: per lui c’è una condanna a 4 anni e 6 mesi di carcere. L'altra condanna, a 3 anni, riguarda invece un altro imputato per un’altra accusa.
I colpi accertati
Nell’ambito della stessa indagine gli inquirenti hanno accertato una serie di colpi portati a termine dalla banda, di cui tre a Villa Torlonia ma anche a Palazzo Giustiniani Odescalchi, all'Orto botanico e a Villa Medici. L'avvocato Michele Gentiloni Silveri, legale di Benigni e Braschi, ha commentato così le condanne. "Vanno fatti i complimenti ai carabinieri per il lavoro svolto in una indagine complessa che ha coinvolto anche le autorità spagnole e tedesche. La sentenza ribadisce che la scultura trafugata tornerà al suo legittimo proprietario".